ANCONA – Dopo il rinvio (causa maltempo) del concerto tributo a Pino Daniele, inizialmente previsto per il 7 gennaio, tutto è pronto per omaggiare il famoso artista partenopeo. Tony Esposito, con la Macapea band di Massimo di Matteo, arriverà ad Ancona domani mattina (14 gennaio). Appuntamento in piazza Roma alle 18.30 per l’ultimo evento del cartellone natalizio del capoluogo.
Il tributo a Pino Daniele cade a nove anni dalla scomparsa del noto cantautore napoletano, avvenuta il 4 gennaio 2015. La Macapea band eseguirà un repertorio soul dedicato a Pino Daniele con l’incredibile Massimo di Matteo alla voce e chitarra, Andrea Zaccari al basso, Danilo Brugnini alla batteria e Massimo Saccutelli alle tastiere. Proprio di Matteo è il leader del gruppo con il timbro di voce che ricorda il grande Pino Daniele. Il frontman collabora con Tony Esposito da 11 anni e con i suoi talentosi musicisti da oltre venti.
Ospite d’eccezione, Tony Esposito, all’anagrafe Antonio Esposito, con all’attivo quattro partecipazioni al festival di Sanremo e collaborazioni con Edoardo Bennato, Roberto Vecchioni e Franco Battiato. Autore di sigle e colonne sonore, lo raggiungiamo al telefono: «Che spettacolo sarà quello di Ancona? Una rivisitazione particolare dei brani miei e di Pino, con cui avevo un rapporto speciale».
Le canzoni di Esposito e Pino Daniele «si prestano a tantissime interpretazioni». Ci saranno sicuramente ˊKalimba de Lunaˊ, ˊNovecento aufwiedersehenˊ, ˊSinuèˊ e ˊCambiamo musicaˊ. Potrebbero esserci anche ˊNapule èˊ, ˊJe so pazzoˊ, ˊQuandoˊ, ˊDubbi non hoˊ e molti altri successi.
E pensare che Esposito, nato a Napoli nel ’50, ha iniziato a suonare le padelle. Sì, avete capito bene, le pentole della cucina: «(ride, ndr) Ho iniziato facendo una sorta di teatro musicale, suonando padelle da cucina. Ho anticipato, nelle percussioni, l’uso di oggetti comuni. Avevo 19 anni e andavo in giro per teatri e tv suonando padelle. Volevo dimostrare che la musica nasce da qualsiasi corpo fisico. D’altronde, le padelle sono strumenti fantastici. La musica del riciclo, quella povera, per me ha un significato fortissimo».
Poi, il ricordo di Pino Daniele: «Abbiamo condiviso momenti bellissimi, di grande amicizia. Quando ci siamo ritrovati, con lui, è stato ancora più affascinante degli inizi. Ognuno di noi ha avuto tante collaborazioni internazionali e ritrovarsi insieme dopo tanto tempo è stato ancora più bello degli esordi. Allora, si scalpitava ognuno per i propri successi. Ritrovarsi è stato tornare in famiglia».
Se Tony Esposito guardi Sanremo? «Certo che sì – risponde – lo vedrò. Anche se ormai trovo sia diventato troppo commerciale. Si privilegia l’ondata giovanile che è sì interessante, però adesso i ragazzi approdano facilmente al rap, che è molto più parlato che cantato. Ai tempi miei e di Pino, facevamo un percorso di studio e di rispetto della musica, in ogni suo genere, dal jazz al funky. D’altronde, i diversi stili sono tutti rami dello stesso albero, quello della musica».
Esposito confessa di conoscere bene Ancona e di apprezzare la città soprattutto per le sue prelibatezze culinarie: «La vostra è una città di mare e io conosco bene l’Adriatico, dato che mia moglie è di Roseto degli Abruzzi. Ad Ancona, avrò fatto almeno un centinaio di concerti. È un posto di grande luminosità, adatto ai grandi eventi».
«Mi auguro che l’anno appena iniziato – dice – porti nuovamente la voglia di fare musica. Ecco, mi auguro che la musica torni ad unire gli animi, i musicisti, le culture. Basta cantare la violenza e i modelli estremi di gang family. Serve riscoprire i nuovi eroi della musica. Sa cosa? Vedo troppi cantanti ragazzini che scompaiono velocemente. Chi continua ad essere sulla cresta dell’onda sono infatti quelli della vecchia generazione: Vasco Rossi, Zucchero, Baglioni e il mio amico Renato Zero».
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