ANCONA – Nuove tecnologie in ospedale, stavolta non per curare ma per prendersi cura della sicurezza di chi ci lavora, come pure quella dei pazienti. Sono sette allarmi volumetrici, in grado di identificare anche fumo, rumori, alcune parole, urla e di lanciare immediatamente una segnalazione. E trenta “saponette”, simili ai trasmettitori portatili di segnale wi-fi, che saranno in dotazione al personale sanitario, in grado di comunicare la propria posizione e di funzionare anche come veri telefoni per parlare con l’operatore che sarà incaricato di tenere sotto controllo i nuovi trasmettitori. Costo complessivo dell’operazione sicurezza 90mila euro per tre anni, visto che si tratta di attrezzature che necessitano anche di manutenzione, compresa nel prezzo. I due strumenti che riguardano la sicurezza degli ospedali di Ancona arrivano, tra l’altro, proprio a due giorni dall’episodio che ha visto protagonista un diciannovenne anconetano che ha creato il caos, lunedì notte, nel pronto soccorso di Torrette, prima di essere fermato con il taser dai carabinieri.

«Presentiamo questa tecnologia che stiamo mettendo in atto a Torrette e al Salesi e che va ad alimentare il progetto sicurezza negli ospedali, in particolare nei pronto soccorso – ha spiegato il direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche, Armando Marco Gozzini –. La prima tecnologia è di tipo volumetrico ed è destinata alle sale d’aspetto. Percepisce qualunque situazione di pericolo, cambio di volume improvviso nella stanza, o forti schiamazzi, e passa il segnale in centrale operativa. Oltre a questo, ci sono una trentina di “saponette”, che sono sensori da tenere in tasca e nelle stanze delle visite, con cui si può comunicare qualunque situazione che desta allarme semplicemente premendo un bottone. Anche in questo caso viene convogliato un segnale che arriva alle centrali operative, dove ci sono tre trasmittenti in possesso agli operatori addetti». Tecnologia innovativa al servizio della sicurezza degli ospedali, dunque, ma non solo, come ha specificato ancora Gozzini: «Abbiamo anche quattro guardie antincendio giorno e notte, due guardie che saranno presto armate, in pronto soccorso, una esterna alla rampa di pronto soccorso. Perché certe patologie psichiatriche o legate all’uso di sostanze stupefacenti fanno sì che certi episodi possano succedere e questo richiede che ci facciamo trovare attrezzati, per tutelare i cittadini. Anche con il questore ci siamo confrontati su queste nuove modalità, dopo quanto accaduto l’altra notte in pronto soccorso».
Andrea Badaloni, direttore sistema informativo aziendale Aoum, è entrato nel dettaglio dei due strumenti, «il primo che mira a tenere monitorata una serie di parametri, al momento installato nelle sale del pronto soccorso, ma sarà presto installato anche in altre sale d’attesa, che monitora temperatura, umidità, fumo, ma anche il rumore, e tramite algoritmi di IA anche aggressioni, o colpi di pistola che ci auguriamo non ci siano, generando allarmi che vengono riportati su sistema informatico da cui scaturiscono poi le azioni necessarie. L’altro servizio è volto all’operatore sanitario, sia a coloro che possono essere aggrediti, sia a coloro che lavorano in solitaria, soprattutto, nelle ore notturne. Si tratta di dispositivi portatili con cui l’operatore in autonomia può chiamare l’assistenza e parlare con operatori di controllo che invece sono dotati di radio. Hanno il vantaggio di avere sensori interni che rilevano cadute o assenza di movimento, con tanto di geolocalizzazione del dispositivo. Con questi due servizi, che partono adesso ma che potranno anche essere anche estesi, intendiamo garantire la sicurezza di frequentatori e operatori». Claudio Martini, direttore sanitario Aoum, ha aggiunto che l’azienda è impegnata da sempre «nell’applicazione della raccomandazione ministeriale che riguarda la sicurezza degli operatori e che risale al 2007. Ciò che abbiamo messo in atto è adeguato per fornire una risposta positiva alle esigenze degli operatori».
Il vicepresidente della giunta regionale e assessore della Regione Marche con deleghe a sanità e sicurezza, Filippo Saltamartini, è intervenuto da remoto sottolineando l’impegno della Regione a favore della sicurezza nei pronto soccorso di Torrette e Salesi: «Con queste nuovi dispositivi all’avanguardia stiamo facendo il massimo per garantire la sicurezza degli operatori sanitari, dei pazienti e di tutti gli utenti. Gli operatori sanitari sono il nostro patrimonio più prezioso, dobbiamo garantire loro i più alti livelli di sicurezza. Il nostro obiettivo è quello di fare in modo che si sentano protetti e garantiti mentre svolgono il loro prezioso lavoro. Per questa ragione – ha aggiunto Saltamartini – ho già sollecitato il ministro dell’interno Piantedosi affinché lo Stato, che ha competenza in materia di ordine pubblico e sicurezza, garantisca un maggior presidio da parte delle forze dell’ordine nei posti di polizia presenti nelle strutture ospedaliere a tutela della sicurezza di quanti lavorano nella sanità, affinché non debbano più subire né violenze fisiche né morali. Come Regione abbiamo già investito oltre 2 milioni di euro per rafforzare la polizia locale con dotazioni tecnologiche di ultima generazione per incrementare il livello di sicurezza di tutti i cittadini». Tra le richieste avanzate al ministero dell’Interno da Saltamartini c’è anche quella di rafforzare il controllo notturno nei posti polizia negli ospedali. «Stiamo investendo in maniera importante per garantire la sicurezza degli operatori sanitari e dei pazienti – ha concluso Saltamartini –, non possiamo più tollerare episodi di violenza di nessun genere».