Ancona-Osimo

Tragedia di Corinaldo: rampa di uscita e autorizzazioni nell’occhio del ciclone

Depositate alla Procura della Repubblica di Ancona le perizie dei tecnici. Sotto la lente d'ingrandimento dei magistrati, il parapetto del ponticello crollato sotto il peso del fuggi fuggi dalla discoteca dove sono morte sei persone, cinque minorenni e una mamma di 39 anni

Il sopralluogo alla Lanterna Azzurra di Corinaldo
Il sopralluogo alla Lanterna Azzurra di Corinaldo (Immagine di repertorio)

ANCONA – Sono state depositate nella giornata di ieri alla Procura della Repubblica di Ancona le perizie tecniche condotte dal professor Costanzo Di Perna e dal colonnello dei carabinieri Marcello Mangione. I due tecnici erano stati incaricati dalle procure, ordinaria e minorile, di eseguire accertamenti sulle vie di uscita dal locale (porte e luci di emergenza) sulla congruità del piano di sicurezza e sulla rampa crollata sotto il peso del fuggi fuggi dalla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo nella notte tra il 7 e l’8 dicembre scorso.

La rampa di uscita dalla discoteca dove ha ceduto la balaustra

Nell’occhio del ciclone soprattutto la rampa della morte presente all’esterno del locale, dove hanno perso la vita 6 persone, 5 adolescenti e una mamma di 39 anni. Ora la Procura dovrà vagliare le eventuali responsabilità relative al rilascio delle autorizzazioni di regolarità della rampa.
Un tema, quello dei permessi, sul quale anche gli avvocati delle famiglie delle vittime erano intervenuti chiedendo un approfondimento e sul quale si era scatenata la rabbia di alcuni genitori anche attraverso i social.

L’altro fronte delle indagini, è quello che riguarda le perizie condotte dai Ris volte alla ricerca di eventuali sostanze responsabili dei sintomi respiratori che hanno spinto le persone presenti all’interno della discoteca a darsi alla fuga generando la calca che ha poi provocato la morte delle vittime. I Ris hanno effettuato campionamenti all’interno del locale a caccia di sostanze presenti nel pavimento, nel frigorifero e negli impianti di areazione, ventilazione ed emissione fumi coreografici.

Sembra scemare però l’ipotesi che a scatenare il fuggi fuggi dalla discoteca possa essere stato lo spray al peperoncino, infatti le persone che hanno presentato i sintomi respiratori si trovavano in punti diversi del locale ad una distanza tale da rendere impensabile tale eventualità.

Al momento sono 10 le persone iscritte nel registro degli indagati, tra proprietari

Martina Zambelli e Andrea Mone, avvocati del 17enne indagato per la strage nella discoteca di Corinaldo, all’uscita del tribunale dei Minori

e gestori del locale, oltre al 17enne accusato di aver spruzzato lo spray al peperoncino.
Per quanto riguarda la situazione del minore, che diverse testimonianze raccolte dalla difesa del ragazzo danno la sera della tragedia a Senigallia con gli amici e non alla Lanterna Azzurra, sono stati analizzati gli abiti del ragazzo alla ricerca di eventuali sostanze, in modo da comparare quanto trovato anche con le sostanze rinvenute sugli abiti di altri ragazzi presenti quella sera all’interno del locale.

«Le indagini stanno andando bene – spiega Martina Zambelli, il legale del minorenne – stiamo lavorando per far emergere il prima possibile la realtà, ma siamo anche in attesa degli esiti delle indagini svolte anche dalla Procura».