ANCONA – Confermata la presenza del peperoncino (capsacinoidi) all’interno della Lanterna Azzurra in concentrazioni maggiori vicino all’uscita di sicurezza della rampa crollata. Escluse ipotesi relative alla presenza di altre sostanze, come l’ammoniaca, che avrebbero potuto causare quei sintomi accusati dai ragazzi e che li hanno spinti alla fuga. Fuga da cui si è sprigionata la calca e il conseguente crollo della rampa che ha ucciso 6 perone: 5 adolescenti e una mamma. Lo scenario della tragedia accaduta a Corinaldo nella notte tra il 7 e l’8 dicembre comincia a farsi più chiaro. È quanto emerge dai primi risultati delle perizie condotte dal Racis di Roma e depositate proprio nella giornata di ieri, 14 marzo.
La relazione del Racis, relativa ai primi 118 campioni di sostanze analizzati, prelevati dal pavimento della discoteca, il 21 dicembre e l’8 gennaio scorsi nell’ambito del sopralluogo garantito, confermano sulla maggior parte dei campioni la presenza di capsacinoidi, ovvero di peperoncino compatibile quello contenuto nelle bombolette spray utilizzate per l’autodifesa.
I Ris avevano effettuato campionamenti all’interno del locale a caccia di sostanze presenti nel pavimento, nel frigorifero e negli impianti di areazione, ventilazione ed emissione fumi coreografici.
Due le molecole rilevate nella sala 1: la capsaicina e la diidrocpsaicina. Risultati parziali, come ha evidenziato il procuratore della Repubblica di Ancona Monica Garulli, che ha spiegato che mancano ancora all’appello quelli relativi alla parte superiore della discoteca e che «devono ancora essere completate le analisi dal punto di vista qualitativo e quantitativo».
I primi esiti delle perizie svolte dai Ris intanto danno anche un’altro importante riscontro: le tracce raccolte sul pavimento all’interno del locale mostrano una maggiore concentrazione di peperoncino vicino all’uscita di sicurezza quella vicino alla rampa poi crollata sotto il peso della calca. Un fatto che avvalorerebbe l’ipotesi che la bomboletta spray sia stata spruzzata da qualcuno proprio in punto del locale, che è infatti la zona da cui è partito il fuggi fuggi.
Diverse decine le denunce giunte sul tavolo della Procura, sporte dai ragazzi che avevano accusato una sintomatologia specifica: difficoltà respiratorie e lacrimazione agli occhi. I campionamenti erano stati effettuati dal Racis dividendo il locale in quadranti. Una metodica che ha evidenziato che più ci si allontana dall’uscita di sicurezza della rampa crollata, più diminuisce la concentrazione di capsacinoidi. Anche i primi risultati delle perizie scolte dall’Arpam non avevano rilevato tracce di altre sostanze.
Proprio oggi, 15 marzo, i familiari di alcune vittime della tragedia di Corinaldo hanno incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita all’Università Politecnica di Ancona in occasione dei 50 anni di attività, chiedendogli giustizia.
Il procuratore Monica Garulli ha tenuto a rassicurare le famiglie sul massimo e costante impegno degli inquirenti «nel verificare tutte le ipotesi investigative necessarie per l’accertamento dei fatti. Ovviamente – ha precisato – si tratta di accertamenti complessi che richiedono dei tempi tecnici». «Le indagini proseguono con il massimo impegno da parte di tutto gli organi che si stanno occupando della vicenda», ha concluso il procuratore.
Sono ancora 10 le persone iscritte nel registro degli indagati, tra proprietari e gestori del locale, oltre al 17enne accusato di aver spruzzato lo spray al peperoncino.