ANCONA – Sei morti, 120 feriti e tanti punti oscuri ancora da chiarire per far luce su quello che è accaduto quella tragica notte a cavallo tra il 7 e l’8 dicembre scorso. Le indagini dunque continuano e questa mattina i Ris, il personale dell’Arpam e i legali delle vittime con il Pm Valentina Bavai sono tornati a Corinaldo nei locali della discoteca per un sopralluogo. Un altro ci sarà anche venerdì 11 (leggi l’articolo).
Quella sera maledetta più di 1400 ragazzi erano giunti alla Lanterna Azzurra per assistere al concerto del noto trapper Sfera Ebbasta, l’idolo di tanti adolescenti. La discoteca era piena oltre la sua capienza: poteva infatti accogliere al massimo 870 persone, e quella sera era stata utilizzata una sola delle tre sale presenti nel locale che poteva contenere al massimo 460 persone.
Intorno all’una di notte il panico e la calca nella quale sono rimaste travolte le vittime schiacciate nel fuggi fuggi dal locale: 5 adolescenti dai 14 ai 16 anni (3 ragazzi e due ragazze) e una mamma di 39 anni che aveva accompagnato la figlia 11 enne rimasta illesa. Asia Nasoni, 14 anni, di Senigallia, Daniele Pongetti, 16 anni, di Senigallia, Benedetta Vitali, 15 anni, di Fano, Mattia Orlandi, 15 anni, di Frontone, Emma Fabini, 14 anni, di Senigallia e Eleonora Girolimini, 39 anni, di Senigallia. Sono le vittime della tragedia.
LE INDAGINI
Sulle cause che hanno provocato la fuga dalla discoteca stanno indagando la Procura della Repubblica di Ancona e la Procura dei minorenni, che non tralasciano alcuna ipotesi e hanno disposto una serie di accertamenti che hanno preso avvio il 21 dicembre scorso (leggi l’articolo). Inizialmente si era ipotizzato che fosse stato uno spray urticante ad aver causato la reazione di fuga, ma le perizie oltre a cercare tracce di capsicina nel pavimento del locale, stanno vagliando anche le sostanze presenti nel frigorifero e negli impianti di areazione, ventilazione ed emissione di fumi coreografici.
Gli accertamenti in corso riguardano anche le vie di uscita dal locale (porte e luci di emergenza), la congruità del piano di sicurezza, mentre nella parte esterna della discoteca prendono in esame la rampa, crollata sotto il peso della folla e i punti di ancoraggio. Successivamente nelle intenzioni della Procura le perizie potranno interessare anche le controsoffittature presenti nel locale. Al momento sono 10 gli indagati, tra proprietari e gestori del locale, oltre ad un minorenne. Gli esiti delle autopsie effettuate sulle vittime si conosceranno solo fra qualche settimana.
LE POLEMICHE
A destare polemiche l’età dei ragazzi presenti quella notte, per la maggior parte adolescenti, tanto che alcune parti politiche sono arrivate a chiedere di limitare l’ingresso serale per i minorenni. Nel frattempo il Questore di Ancona Oreste Capocasa ha disposto controlli a tappeto nei locali della provincia per verificare le strutture dal punto di vista della sicurezza.
Polemiche anche per quanto riguarda il trapper Sfera Ebbasta il cui concerto non è mai iniziato quella tragica notte, tanto che alcuni hanno addirittura ipotizzato che si trattasse di un bluff e che la presenza del cantante non sarebbe stata prevista. Ma si tratta solo di ipotesi che non hanno trovato alcun riscontro al momento. Nell’occhio del ciclone i testi del rapper ritenuti da alcuni esperti e da una parte dell’opinione pubblica diseducativi e provocatori perché parlano di droghe, alcool e dipingono la donna da oggetto sessuale.
IL COMITATO
I genitori dei ragazzi feriti e di quelli scampati alla tragedia si sono uniti in un comitato per raccogliere informazioni utili alle forze dell’ordine che stanno indagando sull’accaduto (leggi l’articolo). A seguirli è l’avvocato Corrado Canafoglia.
I FERITI
Ad un mese dalla strage di Corinaldo per fortuna si sono riprese tutte le 8 vittime che versavano in gravissime condizioni nelle rianimazioni degli Ospedali Riuniti di Ancona. Un vero e proprio miracolo, quello compiuto dai sanitari di Torrette, che hanno gestito le prime fasi dell’emergenza e la successiva gestione dei feriti in maniera ineccepibile.
Dopo una prima fase di emergenza legata alle ore immediatamente successive alla strage, nella quale i diversi interventi sono stati coordinati in prima battuta soprattutto dagli psicologi dell’Asur, come spiega il primario della Clinica di Psichiatria di Torrette, Umberto Volpe «si è insediata l’Unità di Crisi presso il Centro Adolescenti dell’Ospedale regionale di Torrette che ha fornito un sostegno psicologico a vittime e familiari».