Ancona-Osimo

Tragedia di Rigopiano, 8 assoluzioni e 22 condanne

È il verdetto della Corte d'Appello dell'Aquila per la tragedia avvenuta il 18 gennaio del 2017 e costata la vita a 29 persone tra cui due osimani

OSIMO – Otto condanne e 22 assoluzioni: è il verdetto della Corte d’Appello dell’Aquila per la tragedia di Rigopiano avvenuta il 18 gennaio del 2017 e costata la vita a 29 persone che morirono nell’hotel travolto da una valanga.

I giudici hanno confermato le condanne inflitte in primo grado per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, per i dirigenti della Provincia Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio, per il tecnico Giuseppe Gatto e per l’ex gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso. Oltre all’ex prefetto Provolo, che dovrà scontare una pena di un anno e otto mesi per falso e omissioni di atti d’ufficio, sono stati condannati Leonardo Bianco, ex capo di gabinetto della Prefettura, e Enrico Colangeli, tecnico comunale di Farindola. Nel processo di primo grado Provolo era stato assolto.

Dopo cinque ore di camera di consiglio i giudici della Corte d’Appello dell’Aquila hanno dunque riformato in parte la sentenza emessa dal tribunale di Pescara a febbraio dell’anno scorso  Per l’ex capo di gabinetto della Prefettura Leonardo Bianco la Corte ha disposto una condanna di un anno e 4 mesi mentre per il tecnico del comune di Farindola Enrico Colangeli la pena è di due anni e 8 mesi.

I coniugi Marina Serraiocco e Dino Di Michelangelo
I coniugi Marina Serraiocco e Dino Di Michelangelo

Le vittime

Sette anni sono passati dalla tragedia che si è portata via tra gli altri, Dino Di Michelangelo, 41 anni, e la moglie Marina Serraiocco, 37. Entrambi originari di Chieti, vivevano da anni a Osimo dove stavano crescendo il loro unico figlio, Samuel, uno degli 11 sopravvissuti.

Il 41enne era poliziotto al commissariato di Osimo, non lontano dal negozio di oggettistica che aveva aperto Marina, lungo corso Mazzini. Samuel oggi vive a Chieti con i nonni e gli zii.

«Una sentenza che ripaga, seppur in parte, la delusione di quella di primo grado. Certo, non ci sono vincitori né vinti, ma si intravede la luce della verità», ha detto Alessandro di Michelangelo, fratello di Dino, sul posto all’Adnkronos.