ANCONA – Lo studente Erasmus ha un’età media di 23 anni, che diventano 25 per un tirocinante. Nel 59% dei casi è una studentessa, valore che sale al 63% quando lo scopo della mobilità è uno stage. Spagna, Francia, Germania e Portogallo sono i Paesi con i quali si effettuano più scambi per studio, con una permanenza media di 6 mesi. Si privilegia, nell’ordine, Spagna, Regno Unito, Germania e Francia per i tirocini che in media durano 3 mesi. Questo è l’identikit dello studente Erasmus.
Quest’anno il progetto europeo che, ha coinvolto finora 3,5 milioni di studenti in Europa, compie 30 anni e, questa mattina nella facoltà di Economia, l’anniversario è stato celebrato con le testimonianze di alcuni studenti erasmus di ieri. Dal 2000 al 2016 sono partiti dall’Univpm 3300 studenti in Erasmus, nel primo anno (1989) ne sono partiti 7. Le testimonianze degli Erasmus di ieri sono cominciate con Stefano Cecchini: ex studente di Economia all’Università di Ancona, Erasmus in Spagna nel 1989 e oggi Sales & Marketing Manager Thermowatt. «L’Erasmus è stato per me un trampolino di lancio per il mondo del lavoro – ha detto – un’esperienza che oggi mi fa viaggiare per il mondo». Monica De Angelis, oggi docente Univpm ed Erasmus ‘89 in Spagna, ha raccontato che «volevo partire, nonostante avessi quasi finito gli esami, per far parte di un progetto internazionale e concretizzare alcuni miei sogni. Volevo fare un viaggio per mettermi alla prova e conoscere meglio me stessa».
«Quello che mi ha dato l’esperienza Erasmus 30 anni fa è stata una forte apertura – ha dichiarato Laura Stopponi (head of group Credit Risk Standards Unicredit Spa, Erasmus nel 1989) – un aiuto a dialogare in modo costruttivo e ciò è un aspetto che riconosco tra i colleghi che come me hanno fatto l’Erasmus. L’est Europa oggi è un’area molto importante e per questo consiglio ai ragazzi di non sottovalutare questa parte dell’Europa». Tra gli erasmus di ieri anche Francesco Trasatti, oggi vice sindaco di Fermo (Erasmus 2003 a Copenaghen): «Dall’entusiasmo di un’amica mi convinsi a partecipare e vinsi la borsa di studio solo perché molti avevano rinunciato. Mi ricordo che ci fu una settimana di introduzione alla cultura e alle tradizioni danesi, mi ricordo anche le lacrime dei primi giorni ma poi le infinite occasioni di crescita. Oggi cerco di non dimenticare mai cosa c’è oltre il giardino di casa mia. Dobbiamo cercare sempre di cogliere l’opportunità di capire, sentire, magari anche non condividere ma conoscere cosa c’è dall’altra parte». Alessandro Di Nardo (Erasmus 1999, oggi Emea Category Director Global R&D Cookink Electrolux) ha ricordato come «l’Erasmus mi ha aiutato ad affrontare le sfide, una volta fissato l’obiettivo. L’Erasmus è stato fondamentale per avere il mio primo lavoro in General Motors Fiat, chiedevano solo studenti con questa esperienza alla spalle».
Matteo e Sara che oggi aiutano gli Erasmus che arrivano ad Ancona grazie all’associazione Esn Erasmus Student Network Italia sezione Ancona hanno raccontato le loro disavventure all’estero durante il progetto europeo e come sono riusciti a risolvere i piccoli problemi pratici, trovare casa senza sapere ancora la lingua del Paese ospitante, farsi una lavatrice o trovare un compagno per dividere un appartamento. Tanti anche i ricordi emozionanti dei ragazzi stranieri Erasmus ad Ancona come Tatiana e Andreas: «Abbiamo conosciuto persone speciali che rimarranno sempre nel nostro cuore, è stata una esperienza che si può solo sintetizzare con questa frase: se non lo avete ancora fatto fatelo». Infine Carlo Bitetto ha presentato GaragErasmus la fondazione che raccoglie l’eredità della generazione Erasmus, una sorta di Linkedin per chi ha svolto il progetto. La Fondazione mette in rete gli ex studenti Erasmus per creare un grande sistema europeo di esperienze e professionalità su cui sviluppare progetti imprenditoriali volti alla realizzazione di una società realmente europea. Tra i progetti un passaporto Erasmus “laissez passer”, borse aggiuntive ogni mese donate da istituzioni e imprese.