ANCONA – Passato, presente e sfide future della professione di psicologo sono stati al centro dell’incontro promosso dall’Ordine degli Psicologi delle Marche in occasione del trentennale. Un momento di confronto che si è tenuto nella sede di Ancona e che ha visto la presenza della prima presidente marchigiana dell’Ordine Maria Laura Veronese e di alcuni dei presidenti delle successive consiliature.
La presidente dell’Ordine, Katia Marilungo, ha sottolineato che nel corso del trentennio la professione ha subito numerosi cambiamenti e che le sfide future sono quelle di «un ordine che esce dal proprio stabile e va a parlare con la politica, con la Regione, le associazioni e le istituzioni per poter promuovere la nostra professione soprattutto negli ambiti dove evidenziamo che ci sia una carenza». Nelle Marche l’Ordine conta attualmente 2800 professionisti iscritti.
Il servizio pubblico, secondo Marilungo, con la pandemia di covid «ha mostrato delle difficoltà nel gestire l’enorme richiesta di sostegno psicologico, per questo riteniamo importante che l’organico del pubblico venga arricchito e implementato, così come riteniamo importante che ci sia una psicologia più massiccia nel territorio, nelle istituzioni, all’interno delle scuole, per andare ad intercettare in maniera preventiva i disagi che stanno venendo fuori».
E proprio la pandemia ha disvelato una serie di emergenze sul fronte della salute psichica che sta interessando in maniera trasversale tutte le fasce d’età: «I disagi sono tanti e trasversali a tutte le fasce d’età, dai più piccoli agli anziani. Nei più giovani e nell’età scolare i problemi sono stati legati alla dad (didattica a distanza, ndr) e al grande tempo trascorsi davanti ai tablet, chiusi nelle loro stanze, il venir meno di una vita sociale e di relazione e delle tappe importanti del proprio ciclo vitale».
Per gli adulti le più importanti criticità hanno riguardato le problematiche legate alla perdita del lavoro e alla crisi economica, con la difficoltà per il mondo femminile di gestire i figli a casa e lo smart working, e le violenze domestiche dovute al tempo trascorso in casa durante il lockdown.
Poi il tema degli anziani costretti a restare chiusi in casa e che «solo adesso grazie ai vaccini stanno ricominciando a vivere. Per un anziano aver perso le relazioni sociali, può portare anche a problemi importanti da un punto di vista cognitivo» osserva Marilungo.
«Questo è un momento di grande cambiamento – prosegue – per la società e per i bisogni emergenti nella popolazione, ma anche per la psicologia che deve stare al passo con i tempi ed è importante far sentire la nostra voce in una società che sta vivendo un passaggio importante. Questo evento sempre per rinforzare l’idea della psicologia che abbiamo e di come si è evoluta negli ultimi 30 anni e quindi dare un input alle nuove generazioni su quanto impegno c’è stato nella professione per dare sempre maggior valore e riconoscimento alle nostre azioni e ai nostri campi di applicazione».
Passi importanti l’Ordine li ha condotti sia in campo scolastico che ospedaliero, «due settori importanti della professione, dove la psicologia deve entrare a tutti gli effetti , ma ci sono anche tanti altri settori come la psicologia del lavoro la neuropsicologia e l’ambito delle cure primarie che per noi è fondamentale».
A tracciare la storia degli anni di istituzione della professione, sancita dalla legge 56 del 1989 è stata la prima presidente dell’Ordine Maria Laura Veronese che ha sottolineato come questo passaggio storico abbia costituito una pietra miliare per la professione, segnando una agognata vittoria «dopo un lungo calvario»: la legge infatti, prima di giungere all’approvazione, passò attraverso 6 legislature «una tela di Penelope» ha spiegato Veronese, tanto che «alla fine non ci credevamo quasi più». La professione di psicologo subì prima della sua nascita «una quasi ostilità da parte della medicina, legata ad una visione ottocentesca» della malattia, strettamente connessa ad una visione organicistica, per cui l’istituzione di un corso di laurea e di un tirocinio professionalizzante per la formazione degli psicologi fu una conquista.
Una legge che ha avuto il merito di «affermare l’identità e la specificità della professione di psicologo, la definizione di un unico canale formativo, costituito da un corso di laurea specifico e dal tirocinio professionale per arrivare all’esame di stato e poi la competenza diagnostica e terapeutica». Se trenta anni fa le facoltà contavano su poco meno di 200 iscritti, ha rimarcato Veronese, oggi ne contano almeno 2.000, segno di un progresso importante in questo ambito, dove la terapia era sempre stata «appannaggio dei medici».
Maria Laura Veronese, già dirigente Asl nelle Marche, ha poi ricordato quando la prima sede dell’Ordine degli Psicologi venne istituita a Fano nello studio di una psicologa. Tra le sfide future aperte dalla pandemia, la prima presidentessa marchigiana dell’Ordine ha annoverato «l’enorme ampiezza dell’intervento dello psicologo, con nuovi ambiti che si aprono» quali l’ambiente, «un problema emergente nel Pianeta che non può prescindere dallo psicologo, la conquista dello spazio e l’intervento terapeutico online».
Una nuova frontiera, quella delle sedute a distanza, aperta proprio dalla pandemia: «Una volta non era pensabile c’era un setting vis a vis, dal quale non si poteva prescindere, oggi – prosegue – qualcuno in America lo tentava, ma è stato criticato, mentre oggi si stanno dettando le regole a cui uniformarsi per avere un intervento efficace e corretto, anche usando questi strumenti». Insomma, la pandemia ha «accelerato un cambiamento» nell’ambito della professione «che era già nell’aria, ma ha anche messo molto in evidenza il ruolo sociale dello psicologo che è stato chiamato in molti contesti, si son formate molte catene di professionisti, che volontariamente, su chiamata, rispondevano all’appello della popolazione».
Carmen Bellacchi, professoressa ordinaria di Psicologia dello Sviluppo e di Psicologia della Comunicazione all’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, parlando al mondo giovanile che decide di approcciarsi a questo tipo di formazione ha invitato a «scegliere quell’attività verso cui ha una passione naturale».
Secondo la professoressa, chi si rivolge alla psicologia «dovrebbe avere un interesse spontaneo per l’uomo e per la sua complessità», un pre-requisito fondamentale, «questo è un momento favorevole» nel quale la figura dello psicologo a livello delle organizzazioni sociali è diventata essenziale.
La consigliera e segretaria Federica Guercio ha invece ricordato uno degli ultimi progetti avviati dall’Ordine, quello della “Stanza del figlio”, inaugurata il 22 maggio, un luogo “fisico” e “virtuale” nel quale i componenti dell’Ordine si confrontano. L’obiettivo è quello di «implementare la relazione tra il cinema e la psicologia, e le arti espressive che possono aiutare, al posto della parola, a dare spazio al benessere psicologico». La stanza del figlio venti anni fa è stata la sede della ripresa del film di Nanni Moretti, dove l’attore regista interpretava il ruolo dello psicanalista. Il cinema, evidenzia Guercio, «è quasi intrinsecamente anche psicologia e attraverso la narrazione della storia, lo spettatore e anche il paziente può rivivere una situazione e anche delle emozioni che possono essere rielaborate in terapia o nella propria vita personale, dunque è di grande supporto emotivo e psicologico il cinema».
A conclusione della cerimonia, la presidente dell’Ordine Katia Marilungo, ha consegnato ai primi iscritti una pergamena celebrativa del trentennale.