ANCONA- Truffavano le compagnie assicurative inscenando falsi incidenti stradali. La Procura della Repubblica di Ancona ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di 49 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alle frodi assicurative, falsa testimonianza, frode assicurativa, reati in materia di falso ed estorsione. Tra gli indagati anche due medici ortopedici, accusati di aver firmato falsi certificati medici. Le indagini sono state condotte dai carabinieri della Stazione di Brecce Bianche. Il gruppo criminale, la cui mente sarebbe un anconetano di 47 anni, avrebbe frodato le assicurazioni per oltre un milione di euro. Falsi sinistri con danni a cose e persone, grazie alla complicità di medici e periti assicurativi. Le somme di denaro venivano poi spartite tra gli “attori” coinvolti.
Per provocare l’incidente, la banda inscenava una brusca frenata per causare un tamponamento oppure il mancato rispetto della precedenza. Spesso le “prede” al volante erano persone anziane o donne sole. Dopo l’incidente, i componenti della banda scendevano dall’auto e, con grida e minacce, riuscivano ad ottenere o l’immediato risarcimento bonario del danno, oppure la compilazione della constatazione amichevole di incidente stradale. Uno dei falsi sinistri avrebbe permesso di riscuotere dall’assicurazione 17mila euro. Il “malcapitato” di turno, differente da quello presente sulla documentazione prodotta alla compagnia di assicurazioni, si era infatti presentato presso il Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti di Ancona, dove gli era stato diagnosticato un “Trauma distrattivo rachide cervicale” nonché “l’avulsione dentaria completa del canino superiore dx”.
La schema tipo di un falso incidente prevedeva il coinvolgimento di un danneggiato fisico, che poteva o meno coincidere con il proprietario del mezzo danneggiato, un responsabile dell’incidente ovviamente assicurato, ed un testimone. In alcuni casi gli indagati avevano assunto posizioni differenti in relazione a diversi incidenti. A volte, gli infortunati che, in base alla documentazione acquisita, dovevano portare ingessature per la frattura dei polsi, circolavano tranquillamente per le strade del centro a bordo di motocicli senza alcun presidio ortopedico. Le indagini si sono rivelate particolarmente lunghe e complesse. É stato necessario acquisire numerosi fascicoli relativi a cartelle mediche ed infortuni stradali presso gli ospedali e diverse compagnie assicurative che hanno presentato querela per truffa unitamente alle innumerevoli ignare vittime coinvolte nei sinistri.