ANCONA – Le truffe telefoniche agli anziani sono diventate un “caso”, ad Ancona e provincia. Da quando la criminalità organizzata – nel senso di attività criminale molto ben preparata e coordinata, non c’è al momento nessuna certezza che si tratti di criminalità di stampo mafioso – ha messo nel mirino il capoluogo e la sua provincia. Erano pressoché inesistenti, nel 2022, sono aumentate nel 2023 e più che raddoppiate nel corso del 2024.
Si parla di cifre considerevoli, si va da poche migliaia di euro a venti, trentamila euro a truffa. Come funzionano nel dettaglio lo spiegano i carabinieri, tramite il comandante provinciale, il colonnello Roberto Di Costanzo: «I carabinieri non telefonano a casa, e se mai lo facessero, non è per chiedere denaro o gioielli», spiega lo stesso comandante a margine di un dettagliato racconto di come avviene la truffa. Perché sapere come funziona, spiegarlo agli anziani della famiglia, rendere nota la modalità di come avviene il tutto, può servire progressivamente a disincentivare l’atto criminoso. Che è organizzato perfettamente, nei minimi dettagli. Nessuno, specie se anziano e possessore di un telefono fisso, può sentirsi immune. Perché chi telefona è davvero molto bravo e adotta una tecnica curata nei dettagli.
«Un fenomeno in crescita in tutta Italia – spiega ancora il comandante Di Costanzo – ma in questo momento Ancona e provincia sono nell’occhio del ciclone, siamo stati scelti come obiettivo primario». Ecco, dunque, come avviene la truffa: esiste una centrale operativa a Napoli e provincia dalla quale telefonisti, che, come spiegano i carabinieri, purtroppo non sono rintracciabili, fanno telefonate a strascico.
Chiamano numeri fissi, di solito di anziani, li cercano attraverso diversi canali, anche le Pagine Bianche, a volte si lasciano guidare dalla tipologia dei nomi e cognomi, e di telefonate ne fanno davvero tante, anche ripetute nel corso dei giorni. Inizialmente possono riattaccare dopo aver sentito la voce, per capire se hanno a che fare con un anziano oppure no. Poi nel corso dei giorni, magari spacciandosi per operatori di telefonia cercano di carpire informazioni all’anziano, per capire se abita da solo, se ha un coniuge, chi decide, quali possono essere i punti deboli.
Poi il giorno della trattativa telefonica decisiva, quella dell’affondo finale, in cui si spacciano solitamente per carabinieri, hanno dei complici. Che partono al mattino presto da Napoli con delle auto a noleggio, sono in due, in tre, arrivano sul luogo, restano a dormire in macchina. Finché non scatta il segnale dal telefonista di Napoli che, dopo una lunga conversazione con la vittima, anche un’ora o due, l’ha convinta che un suo familiare è in pericolo, oppure è stato vittima di un incidente, oppure è trattenuto dai carabinieri a causa di un’altra ragione: sono utilizzate tutte le scuse possibili, e chiedono soldi spiegando che arriveranno due persone incaricate dai carabinieri a ritirarli a domicilio.
«Devono convincere la persona al telefono, c’è un copione, hanno domande in serie e cambiano la domanda in relazione alla risposta della vittima, sono bravissimi – spiega il comandante Di Costanzo –, l’anziano non percepisce che si tratta di una truffa. Altro particolare che può far capire che c’è una truffa in corso: nei giorni precedenti possono arrivare chiamate senza risposta, oppure ascoltano e riattaccano.
Altro stratagemma è chiamare e fingersi addetti della linea telefonica, dicono che magari scade il contratto, chiedono dati, informazioni, magari utilizzate i giorni successivi per compiere la truffa. La vittima senza volere rivela informazioni, convinto che siano già in possesso del truffatore, in realtà non è così, gli stratagemmi sono veramente tanti». Insomma, un vero pericolo per gli anziani, che spesso abitano da soli.
I ruoli: c’è il telefonista, un intermediario che sta a Napoli e arruola esattori e autisti che raggiungono il luogo, nello specifico Ancona e dintorni. Autista ed esattori arrivano da Napoli, magari neanche sanno chi è il telefonista. E quando quest’ultimo ha convinto l’anziano e sa esattamente cosa consegnerà, perché possono essere anche gioielli, avverte le persone già sul posto. Così esattore e autista vanno a casa della vittima, dicono che li ha mandati il maresciallo, prendono denaro o gioielli o oggetti di valore e vanno via. La vittima è già caduta nella trappola, non oppone nessuna resistenza, la truffa è già avvenuta prima, al telefono. E gli esattori non hanno bisogno di essere vestiti da carabinieri, perché magari si spacciano per l’avvocato, o per qualcun altro e quando si presentano la vittima è già stata convinta, ha già preparato tutto ed è pronta a cederlo, visto che il telefonista ha preparato il campo.
Perché è difficile da combattere: perché l’esattore o l’autista che viene arrestato e denunciato è replicabile, spiega ancora il comandante, sono persone che hanno la necessità di guadagnare un po’ di soldi e che si mettono a disposizione per il viaggio, ma non hanno nessuna capacità. «Arrestati due ce ne saranno altri due, la capacità è detenuta dal telefonista a Napoli. Arrestare le persone come stiamo facendo è utile per far capire che in un territorio sono arrestati e denunciati i truffatori, ma da solo non potrà far smettere le truffe».
Cosa può far smettere questi criminali: quando gli anziani non ci cascheranno più. Perché il sistema messo in atto prevede dei costi, e se le truffe non vanno a buon fine i costi di viaggio, di noleggio dell’auto ci sono comunque, e tornare indietro nella stessa giornata a mani vuote non è remunerativo.
«Il nostro impegno – spiega ancora il comandante – è quello di fare in modo di informare al massimo tutte le possibili vittime, ma anche i figli, i nipoti, e stiamo cercando di farlo con ogni metodo, andando nelle scuole, nelle sale parrocchiali, alle riunioni di condominio, agli uffici postali per avvertire che esiste questa truffa e allertare chi ritira soldi su richieste telefoniche. Stiamo chiedendo anche ad aziende privati che vendono prodotti di mettere sugli stessi un avviso che riguarda le truffe agli anziani, e diffondendo queste informazione sulla stampa. Dobbiamo fare in modo che questo territorio venga saturato di informazioni al riguardo al più presto – conclude – dando spazio a una campagna informativa che possa periodicamente raggiungere quante più persone possibili».