Ancona-Osimo

Turismo, cantieristica e infrastrutture. Così cresce l’economia del mare nelle Marche

Presentato ad Ancona il V rapporto “Italian Maritime Economy” di SRM. La direttrice adriatica, evidenzia lo studio, registra una crescita sotto la spinta degli investimenti cinesi che stanno interessando i porti e i terminal del Mediterraneo. Ecco l'analisi con il ruolo del capoluogo dorico e della regione

ANCONA – Il Mediterraneo sempre più centrale grazie agli investimenti economici della Cina nei porti e nelle infrastrutture, il 40% dei quali interessano la combinata ferrovia-porti sulla via della seta. È questa la fotografia scattata dal V Rapporto annuale sull’Economia marittima di SRM presentato stamane nella sede dell’Autorità di Sistema Portuale, nel corso dell’incontro dal titolo “Economia del mare. Opportunità di sviluppo per il territorio”. Una direttrice, quella adriatica, che registra una crescita, sotto la spinta degli investimenti cinesi che stanno interessando i porti e i terminal del Mediterraneo, ma anche le linee ferroviarie nei Balcani, con la realizzazione di una ferrovia che dalla Grecia risale al cuore dell’Europa.

I numeri
Un quadro, quello dei traffici del Mediterraneo, nel quale le Marche rappresentano il 4% del totale nazionale ed il 14% del centro Italia, con oltre 7300 imprese collegate alla filiera del mare, tra trasporti marittimi, cantieristica, logistica, passeggeri, filiera ittica, alloggio e ristorazione. Un valore aggiunto, quello generato dall’economia del mare, pari a circa 1 miliardo e mezzo di euro. Il 30% dell’import-export complessivo delle Marche, circa 5,6 miliardi di euro, viaggia via mare: un dato in crescita del 10% rispetto al 2016. Middle East e Nord Africa, si confermano le prime aree di riferimento dell’interscambio della regione, con circa il 34% del totale, seguite da East Asia con il 22%. Le merci scambiate via mare sono prevalentemente macchine e apparecchi meccanici (27%), seguite da oli (21%), prodotti per l’industria tessile e metalli (11%).

Nel 2017 il porto di Ancona, principale scalo marchigiano, ha movimentato circa 11milioni di tonnellate di merci, registrando una lieve flessione dell’1,6% dovuta al calo di rinfuse liquide, movimentate nella raffineria Api di Falconara (4,6 milioni di tonnellate), mentre sul ramo container sono state 169 mila le TEU movimentate. Rilevante il traffico RO-RO (traghetti) con 4,7 milioni di tonnellate (+4,9%). Il 29% del traffico gomma-mare che parte dal porto di Ancona proviene dall’Italia, mentre il 71% dall’estero: il 34% da Europa Occidentale, il 32% da Europa Centrale e il 5%da Europa dell’Est. L’83% del traffico è diretto o proviene dalla Grecia, in particolare Igoumenitsa e Patrasso. Il 13% del traffico riguarda la direttrice albanese, mentre il restante 4% la Croazia. In aumento dell’8% il traffico passeggeri nel 2017, con circa 11milioni di unità. Una crescita trainata dalla Grecia, che da sola rappresenta il 73% del traffico totale. Numeri rilevanti ai quali si aggiungono oltre 52mila croceristi.

Veduta dall'alto del Porto di Ancona
Veduta dall’alto del Porto di Ancona

Fincantieri rappresenta il polo produttivo principale del porto di Ancona, con oltre 2700 lavoratori tra occupazione diretta e indotto. Punto di forza la cantieristica di lusso, con cinque cantieri che impiegano circa 700 maestranze più indotto.

Le infrastrutture, i progetti e le criticità

Da sinistra, Claudio Schiavoni, Tito Nocentini, Rodolfo Giampieri, Andrea Morandi, Massimo Deandreais
Da sinistra, Claudio Schiavoni, Tito Nocentini, Rodolfo Giampieri, Andrea Morandi, Massimo Deandreais

Una competitività, quella del porto, che passa attraverso le infrastrutture, come ha evidenziato il presidente di Confindustria Marche, Claudio Schiavoni, secondo cui la movimentazione merci per aver uno sviluppo necessita di strutture viarie adeguate come l’uscita nord, la messa a sistema porto e interporto, e la localizzazione della logistica fuori dal porto. Nodi sui quali è intervenuto il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Rodolfo Giampieri, il quale ha annunciato il raggiungimento di un accordo di programma sul lungomare nord, per la messa in sicurezza della linea ferroviaria. Finanziato anche il raddoppio della Strada Statale 16 con il collegamento a Torrette, il cui progetto «dovrebbe essere pronto», come ha dichiarato Giampieri. Ancora da risolvere la questione dell’ampliamento del bacino per permettere a Fincantieri di costruire navi da 300 metri, un progetto per il quale 40milioni di euro verrebbero messi a disposizione dalla stessa Fincantieri e 40milioni dal Ministero. Un nodo sul quale si sta impegnando il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, che ha annunciato la sua presenza a Roma, la prossima settimana proprio per sollecitare la questione agli organi di governo. In via di definizione anche i lavori del blocco treno per velocizzare la linea ferroviaria, «nella ristrutturazione della Stazione centrale di Ancona – ha spiegato Giampieri – abbiamo fatto in modo che non ci siano problemi di manovra con la banchina. Sarà una manovra unica che consentirà un innalzamento della competitività».

Sulla necessità di una logistica e di una portualità di alto livello si è espresso Massimo Deandreis, direttore generale di SRM, che le ha evidenziate come aspetti strategici per affrontare le nuove sfide, ovvero «gigantismo navale, crescente presenza cinese nel Mediterraneo, ZES (Zone economiche speciali) e, nel settore energetico, lo sviluppo del GNL (Gas Naturale Liquefatto) che rappresenta una nuova frontiera anche per le dotazioni portuali».

La necessità di realizzare l’unione di porto e interporto, è stata evidenziata da più parti, in particolare dal presidente di Federagenti Marche e Abruzzo, Andrea Morandi, il quale ha dichiarato: «Non possiamo più perdere tempo, serve piano regolatore nuovo». Sottolineata dal responsabile Area Maritime Economy SRM Alessandro Panaro, la necessità di politiche di import-export più incisive, e di un rinnovamento generale delle infrastrutture. «Occorre ripensare il porto come centro di interessi – ha detto – e non solo come catalizzatore di traffico. I mercati import-export delle Marche sono molto interessanti».

Uno scenario nel quale riveste grande importanza anche il collegamento aeroporto-porto, per traghettare i flussi di croceristi nello scalo dorico, come ha sottolineato Panaro. «Il 2018 sta andando bene, l’Italia con oltre 11milioni passeggeri registra una crescita del +8,6%. Nel 2019 è attesa una crescita del 6%. L’area del Mediterraneo è la seconda a livello mondiale dopo i Caraibi, ma serve una banchina che consenta ormeggio di maxi navi, e servono nuovi terminal crociere sul Molo Clementino» ha concluso Panaro.
Fondamentale anche l’asse innovazione, sostenuto dai Fondi Europei per la Pesca, con 31milioni di euro, dei quali nelle Marche sono stati impieganti più di 14 milioni.

Ma il sostegno economico a trasporti e logistica deve arrivare anche dagli istituti di credito. «La cosiddetta economia del mare costituisce un asset di crescita e sviluppo sempre più strategico e la connessione tra industria e logistica deve essere sempre più forte – ha sottolineato Tito Nocentini, direttore regionale Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise di Intesa Sanpaolo -. La geografia non basta e i competitor sono sempre più agguerriti, occorre consapevolezza del nostro ruolo e delle nostre potenzialità per non perdere le opportunità connesse a questo grande settore. Il Gruppo Intesa Sanpaolo sostiene il settore dei trasporti e della logistica convinto che imprese e infrastrutture di questo settore rappresentino un patrimonio dell’Italia e, nel caso specifico al centro dei lavori di oggi, delle Marche e delle regioni che si affacciano sull’Adriatico».