ANCONA – Rilanciare l’immagine delle Marche e più in generale dell’Italia, attraendo i connazionali residenti all’estero, per intercettare nuovi flussi turistici, legati alle radici, per promuovere l’export del Made in Italy e per attrarre investimenti. È questo il cuore “2023 Anno del Turismo di Ritorno. Alla scoperta delle Origini”, il progetto che vede il partenariato tra Rete Destinazione Sud, Regione Marche, Camera di Commercio delle Marche e Discover Italy.
L’iniziativa punta a riportare nelle Marche i connazionali di seconda, terza e quarta generazione emigrati all’estero, facendo leva sul legame con la propria terra di origine. Un modello che vuole coinvolgere, mettendo in rete, una serie di attori: aziende, imprenditori, istituzioni, operatori pubblici e privati, associazioni, consorzi, università, fondazioni, nella costruzione di un’offerta turistica spendibile a livello nazionale e internazionale.
Una iniziativa che prenderà avvio nel 2023 e che si propone di divenire un appuntamento stabile, da ripetere ogni anno, puntando su temi specifici, tramite l’organizzazione di eventi in ogni regione italiana. Il progetto è stato illustrato questa mattina a Palazzo Raffaello, alla presenza del presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, del presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, e del presidente nazionale di Rete Destinazione Sud, Michelangelo Lurgi.
«Il turismo affettivo può avere risvolti importanti» ha evidenziato il governatore Acquaroli, soprattutto per una regione, come le Marche, di emigranti, che dunque può cogliere l’importante opportunità di attrarre «nipoti, pronipoti, figli di emigranti, che vogliono riscoprire e conoscere le proprie radici. Credo – aggiunge – che questo fenomeno possa diventare una opportunità importante per la nostra regione, che si contraddistingue da sempre per la sua capacità di essere attrattiva sotto molti punti di vista, di saper conservare le proprie tradizioni e con questo filone può cogliere una ulteriore opportunità, non solo in termini turistici, perché quando sono in gioco gli affetti, può diventare opportunità di riscoperta e di investimento nel nostro territorio».
Un progetto che «si coniuga perfettamente con la nostra vocazione – osserva – e con la nostra possibilità di voler investire sulla legge dei borghi». Guardando ai numeri i marchigiani nel mondo sono 1.5 milioni, «dobbiamo essere pronti – conclude – a cogliere questa opportunità». Secondo Acquaroli per cogliere appieno questa opportunità bisogna lavorare sulla creazione di circuiti ben definiti, «dobbiamo farci trovate pronti e reattivi».
Il presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, ha sottolineato che il progetto rappresenta «un valore aggiunto» che si integra alla filosofia dell’Atim, l’Agenzia Regionale per il Turismo e l’Internazionalizzazione, messa in campo dalla Regione Marche. Inoltre ha evidenziato l’importanza di attrarre i giovani, un aspetto sul quale è intervenuto anche Michelangelo Lurgi il quale ha spiegato che anche le università possono avere un ruolo fondamentale in tal senso.
«Le Marche è una delle regioni o la regione che può essere capofila del progetto, perché ha un mondo ragguardevole di connazionali nel mondo» ha detto, fra cui illustri personaggi «che siedono nei parlamenti di alcuni paesi», connazionali che possono divenire ambasciatori del Made in Marche, così da promuovere l’export, anche di quelle imprese, in particolare, come il calzaturiero, penalizzate dalla guerra in Ucraina.
Secondo Lugi occorre puntare a creare una organizzazione stabile, puntando sul turismo esperienziale e sui borghi, anima del progetto.