JESI- Terza settimana consecutiva di sciopero per quattro lavoratori del settore tecnico di Tv Centro Marche. La Cgil in una nota spiega che «la società, oltre ad applicare ai suoi dipendenti un contratto in “dumping salariale e normativo”, siglato da una organizzazione sindacale non rappresentativa del settore (cd. “contratto pirata”), si rifiuta da oltre un anno e mezzo ad aprire un vero confronto sui richiesti miglioramenti economici e normativi, come ad esempio: riconoscimento di un adeguato livello inquadramentale senza penalizzazioni; retribuzione delle ore lavorate in eccedenza all’orario di lavoro per via delle pause eccessive e difformi al contratto applicato; regolamentazione delle trasferte e riconoscimento delle ore viaggio; retribuzione straordinari e/o istituzione banca ore straordinari; regolamentazione fruizione ferie e permessi».
Il sindacato accusa l’Azienda di aver evitato in questi mesi il confronto. «Va sottolineato che l’emittente è finanziata in buona parte dallo Stato attraverso il fondo per il pluralismo e che in questo periodo di emergenza si sono potuti realizzare i servizi solo grazie al senso di responsabilità dei lavoratori che hanno “tirato la carretta” per dare il servizio in condizioni di criticità organizzativa, sanitaria ed esiguità di personale» prosegue la Cgil.
L’ad, nonché direttore responsabile di Tv Centro Marche, Osvaldo Boni, rispedisce al mittente le accuse e fa chiarezza. «Dal comunicato della Cgil sembra che tutti i 21 dipendenti siano in sciopero, in realtà, solo 4 lavoratori del settore tecnico hanno aderito. Si astengono dal lavoro solamente un’ora, quell’ora che dedicano alla messa in onda del telegiornale mettendoci in difficoltà. Ma, ovviamente, è chiaro che la finalità è questa- riferisce Boni-. Capisco che questi ragazzi vogliono di più, ma non è vero quanto detto dalla Cgil a cominciare dai rimborsi per le trasferte in quanto li hanno sempre avuti. Abbiamo 21 dipendenti, siamo in sovrannumero ma, crisi o non crisi, abbiamo sempre pagato lo stipendio regolarmente. Per quanto riguarda il Covid, da quando è esplosa la pandemia ho limitato le uscite. Io ci tengo alla salvaguardia dei miei ragazzi. Hanno preso i congedi, in redazione stavano al massimo due giornalisti e a debita distanza, nello studio dei tecnici, essendo piccolo, ne stava solo uno. Non conosco gli effetti degli ultimi incontri con i sindacati in quanto non li ho seguiti io ma direttamente la società».
I lavoratori coinvolti riuniti in assemblea hanno deciso unanimemente che la lotta proseguirà ad oltranza finché l’azienda non aprirà un confronto costruttivo.