ANCONA – Fornire accoglienza ai profughi, sostenere le imprese gravate dalla crisi generata dalla guerra in Ucraina e assumere iniziative per ristabilire la pace nel Paese con la diplomazia, nel rispetto dei principi del diritto internazionale e degli impegni assunti nei confronti dei territori. Sono le richieste contenute nella risoluzione approvata all’unanimità dall’Assemblea Legislativa delle Marche nella seduta consiliare di ieri, martedì 8 marzo. L’atto, che ha riunito cinque diverse mozioni presentate dai diversi gruppi consiliari, invoca la condanna con ogni misura e in ogni sede internazionale, l’aggressione militare unilaterale messa in atto dalla Russia ai danni dell’Ucraina.
Con la risoluzione i gruppi consiliari chiedono alla giunta regionale di spingere sul Governo italiano affinché «l’Europa e gli Stati membri coordinino un intervento umanitario inerente l’accoglienza dei profughi ucraini» e per la creazione di un fondo «in grado di introdurre meccanismi economici di compensazione, al fine di riequilibrare i danni che le singole nazioni europee subiranno per via delle sanzioni imposte alla Russia e delle conseguenti contro-sanzioni».
Fra le richieste avanzate dalla risoluzione, anche quella di continuare «a sostenere in sede europea la ulteriore sospensione del Patto di stabilità e la istituzione di un fondo compensativo per gli Stati maggiormente penalizzati dalle sanzioni». Una crisi, quella Ucraina, sulla quale le forze politiche hanno fatto quadrato. Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli ha parlato di una «ferita profonda nell’Occidente. Non c’è nessuna buona ragione per togliere libertà e diritti a qualcun altro», inoltre ha ribadito la «vicinanza alle popolazioni che si sono risvegliate in questo terribile incubo».
Parlando a margine del Consiglio regionale con i giornalisti, il governatore ha aggiunto: «Dobbiamo essere pronti e attrezzati a fare il massimo per l’accoglienza dei profughi ucraini: la nostra protezione civile è allenata, siamo reduci dal sisma del 2016 che ha coinvolto migliaia di persone, intere comunità».
«Abbiamo predisposizione e preparazione – ha aggiunto -: cercheremo di comprendere giorno dopo giorno quello che sarà il carico di persone che raggiungeranno la nostra regione». In ogni caso il presidente ha parlato di «un numero consistente» di profughi destinato alle Marche. «Su questo stiamo lavorando – ha spiegato -, per garantire e controllare innanzitutto la salute di tutti, assicurando ai malati di Covid-19 l’assistenza necessaria, e poi una sistemazione adeguata alla tipologia di caso, che si integri con l’assistenza logistica, alimentare e psicologica, necessaria per chi ha visto perdere tutto nell’arco di un tempo molto ristretto. Siamo di fronte a un dramma umanitario molto importante».
Nella risoluzione, l’impegno ad attivarsi immediatamente per predisporre un piano sanitario urgente che garantisca cure gratuite ai profughi ucraini ospitati nelle Marche ed a convocare un tavolo con le università regionali per concordare l’accoglienza degli studenti. Accanto a questo il richiamo alla necessità di assumere iniziative per attenuare e arginare gli effetti economici derivanti dalla crisi di approvvigionamento energetico ed a quella di attivare misure di sostegno per le imprese particolarmente colpite dalle sanzioni. Un riferimento anche a nuovi percorsi per la «diversificazione degli stessi approvvigionamenti energetici».
A tal riguardo il governatore ha aggiunto, parlando con i cronisti: «I rincari energetici stanno schizzando e molti imprenditori stanno riflettendo se continuare o meno la propria attività: oggi ho scritto una lettera al presidente Fedriga, chiedendogli di inserire questo argomento all’ordine del giorno della Conferenza delle Regioni». L’obiettivo è di chiedere al governo «gli intendimenti e le misure urgenti da prendere per fronteggiare questa problematica, che rischia di bloccare l’economia del nostro Paese».
Un tema, quello dei rincari, toccato anche dal vicecapogruppo della Lega Mirko Bilò che nel richiamare la necessità dell’intervento umanitario, ha rimarcato anche l’impatto negativo sulle famiglie e sulle imprese della crisi generata dal conflitto che si aggiunge ai rincari energetici e alle problematiche economiche portate dalla pandemia. «Preoccupano in particolare le ripercussioni sul piano socio-economico marchigiano – ha affermato Bilò -, dal momento che la Russia rappresenta un mercato di grande rilevanza nel comparto produttivo regionale, con il calzaturiero tra i settori più esposti, oltre che nel comparto turistico. Allo stesso tempo è necessario attivarsi rapidamente e senza indugio per sostenere e salvaguardare i settori strategici della nostra economia», oltre al Calzaturiero, gli Apparecchi elettrici, la Meccanica e il Mobile, che esportano più degli altri in Russia, «individuando per questi comparti nuovi mercati di riferimento verso i quali aprirsi e orientare export e investimenti».
«È necessario garantire sostegno e solidarietà al popolo ucraino – ha aggiunto -, rispondere tempestivamente ad una emergenza umanitaria che cresce di ora in ora, con un sistema di accoglienza che sia quanto più possibile resiliente. Massima attenzione va riservata all’emergenza umanitaria, con particolare riguardo ai bambini e ai giovani che arrivano nel nostro paese e che saranno accolti anche nelle Marche. Occorre favorire ricongiungimenti familiari dei minori e favorire anche l’integrazione nel sistema di istruzione regionale, garantendo accoglienza straordinaria nelle scuole primarie e secondarie, oltre che nelle università». Infine il richiamo alla coesione delle forze politiche «nell’azione di solidarietà sul piano umanitario, come anche nel sostegno al sistema socio-economico marchigiano».
Il capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi ha sottolineato che «la generosa prova che oggi i Paesi europei stanno dando nei confronti dei profughi ucraini (che qualcuno, con disprezzo di ogni idea di umanità, ha definito veri profughi), non può e non deve rappresentare una parentesi, ma divenire prassi acquisita. Le politiche di accoglienza non possono essere determinate dal colore della pelle. Purtroppo – aggiunge – non mi sfuggono le gravi discriminazioni, spesso sfociate in violenza, che si stanno consumando al confine del polacco-ucraino, dove i profughi in fuga dalla guerra di etnia araba o africana vengono respinti, malmenati e umiliati dalle autorità polacche e ucraine, impegnate a dare la precedenza ai bianchi autoctoni. Discriminazioni e violenze che ci sentiamo in dovere di condannare duramente. Perché no, non è questa l’Europa che vogliamo e, se crediamo davvero che queste settimane di guerra, pur nella loro drammaticità, possano avere un effetto costituente rispetto alla futura società del nostro continente, dobbiamo avere il coraggio di dire che, così come la guerra, neanche quelle discriminazioni e quelle violenze non ci appartengono».
Nel passaggio introduttivo del suo discorso, il capogruppo dei dem ha attaccato i leder nazionali di Fratelli d’Italia e Lega, rimarcando che «Putin, oggi seppellito in un mare di bandiere ucraine nelle bacheche social di tanti militanti e dirigenti della Lega e di Fratelli d’Italia, ha rappresentato un punto di riferimento politico e culturale per tanti movimenti e partiti della destra sovranista, conservatrice e xenofoba europea».
Infine ha aggiunto: «Ho il diritto di chiedermi se forse, anteponendo gli interessi strategici dei nostri Paesi alle gravissime violazione democratiche che hanno contraddistinto la Russia putiniana – dalla repressione dell’opposizione politica all’uccisione di centinaia di giornalisti -, non abbiamo rafforzato quell’autocrazia, cooptandola nei consessi internazionali. Ma, allo stesso tempo, mi chiedo e vi chiedo anche se noi europei, anziché rafforzare politiche di cooperazione con la Russia, magari ancorandole a reali processi di democratizzazione volti a far crescere libertà e i diritti all’interno di quell’immenso Paese, non abbiamo commesso errori nell’assecondare un costante allargamento a est della nostra alleanza militare. Un allargamento frutto, a mio modo di vedere, proprio di chi ha scelto di anteporre la competizione globale alla cooperazione tra la Russia e i popoli europei».
Mangialardi ha invocato una iniziativa diplomatica urgente. «Occorrono soluzioni urgenti per fermare la guerra in corso e, soprattutto, impedire il suo estendersi. E, a tale scopo, è necessario bandire ogni ipocrisia. Quelle soluzioni non possono avere che un’unica sede, quella diplomatica. Per tale motivo mi lascia piuttosto perplesso l’accordo raggiunto in Parlamento sulla possibilità di inviare armi in Ucraina per armare la popolazione. E, in tal senso, mi ritrovo perfettamente nell’appello lanciato anche dalla nostra Università della Pace. Nessuna guerra può essere fermata con la proliferazione degli armamenti, che rischia di alimentare solamente morte e distruzione. Io credo che il nostro compito, oggi, è chiedere al governo italiano di farsi promotore di Europa di un’iniziativa diplomatica che, purtroppo, fino a oggi è drammaticamente mancata, a differenza di quanto messo in campo da altri Paesi come la Cina, la Turchia e Israele».