ANCONA – La ricerca si pone due macro-obiettivi. Gestire, conservare e valorizzare l’agrobiodiversità, da un lato. Promuovere un consumo sostenibile delle leguminose, in qualità di alimenti nutrienti (da assicurare a tutte le persone del mondo), sani (per l’uomo e per il contrasto ad alcune malattie) e utili a mitigare i rischi per l’ambiente e il cambiamento climatico, dall’altro. Un anno fa, quando è stata lanciata, la sfida era assai ambiziosa. Lungimirante, coraggiosa, con fini nobili. Settimana dopo settimana, anche grazie al coinvolgimento diretto della popolazione europea, si stanno cogliendo importanti risultati.
Il riferimento è ad «Increase», progetto scientifico innovativo finanziato per 7 milioni in 5 anni dal programma europeo Horizon 2020 e che coinvolge 28 fra Università, centri di ricerca, istituzioni europee ed internazionali e aziende. La realtà capofila è l’UnivPm, la Politecnica delle Marche, e il coordinatore il professore ordinario di Genetica Agraria Roberto Papa.
Si è partiti dall’analisi di quattro leguminose, particolarmente presenti nei territori dell’area mediterranea ed europea: ceci, lenticchie, lupini e fagioli. Costruendo delle banche genetiche e mettendo in fila un’ampia serie di dati, si vuol far conoscere a tanti cittadini un settore caratterizzante e centrale del mondo vegetale. Si stanno sequenziando le specie e costituendo campi sperimentali in tutta Europa, sfruttando moltissime varietà di legumi.
In che modo? Il progetto sta viaggiando grazie al coinvolgimento degli stakeholders (agricoltori, aziende, istituzioni) che si sono «riuniti» in un consorzio per costruire una rete di coltivatori, produttori e consumatori, arrivando dunque ai cittadini. Quest’ultimi, successivamente, sono diventati parte integrante del programma grazie ad un esperimento di «Citizen Science». Che è basato sui fagioli, più che sulle altre leguminose analizzate, ed è stata l’Univpm ad inviare alle persone (anche oltre i confini nazionali) più di mille varietà diverse. Queste li hanno piantati nei loro spazi e, mediante l’uso di un’App Increase (sviluppata dal professor di Computer Vision della Politecnica dorica Emanuele Frontoni), stanno seguendo la crescita dei semi, condividendo dai dispositivi mobili i progressi e la conservazione e facendo delle valutazioni. Tutto ciò consente una diffusione dei legumi in Europa, che vuol dire anche un’espansione dell’agrobiodiversità.
Alla data del 31 marzo 2021 sono state più di 3.450 le persone o le aziende aderenti da tutta l’Ue a ricevere i legumi in partenza da Ancona (in appositi contenitori e con strumenti utili a studiarli e approfondirli da sé). Il secondo carico, invece, è programmato per il 2022 e le iscrizioni saranno aperte da novembre di quest’anno, per quanto l’App sia sempre disponibile in qualsiasi momento per essere scaricata.
«Increase è come se fosse un bambino appena nato ma che sta regalando già buone soddisfazioni – spiega il coordinatore Roberto Papa -. Il progetto è stato pensato per migliorare l’uso delle risorse genetiche, in particolare delle leguminose alimentari. Ceci, lenticchie, lupini e fagioli sono all’incrocio di quelle sfide sociali, come assicurare un cibo nutriente a tutte le persone del mondo, la lotta al cambiamento climatico, la salute e la mitigazione del rischio di malattie. Argomenti centrali nella scena globale. Per far questo è necessario tutelare l’agrobiodiversità: per un miglioramento genetico delle specie vegetali c’è bisogno di ricchezza e diversità genetica». Che da Ancona verso l’Europa è rappresentata dal progetto Increase dedicato alle leguminose: cibo del futuro per un pianeta più sostenibile.