ANCONA – Aiutare le imprese ad incrementare l’utilizzo delle tecnologie per l’industria 4.0; manifattura additiva, controllo qualità e robotica collaborativa. È l’obiettivo del Laboratorio di eccellenza Lab B+ del Dipartimento di Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche (DIISM) dell’Università Politecnica delle Marche inaugurato ieri nell’Ateneo dorico. Presenti il rettore Gian Luca Gregori, il preside della Facoltà di Ingegneria Maurizio Bevilacqua, il direttore del Dipartimento di Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche (DIISM) Michele Germani, il direttore generale UnivPm Alessandro Iacopini e la responsabile di Lab B+ Dott.ssa Eleonora Santecchia.
Saranno più di 200 i ragazzi che saranno formati grazie al laboratorio; a questi si affiancherà una decina di dottorandi nell’ambito di una formazione di primo livello e collaboratori che faranno da trait d’union tra il mondo delle imprese e delle università: «questo faciliterà il trasferimento teconologico», spiega il professor Michele Germani, direttore del Dipartimento di Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche di UnivPm.
Studenti che «diventeranno risorse importanti per il mondo delle imprese» che «hanno tanto bisogno di giovani ingegneri, preparati sulle nuove tecnologie che sono il futuro per determinati settori» che sono quelli di riferimento per le Marche, fra i quali «meccanica, mobile, calzature». Le tecnologie, presenti nel laboratorio, possono essere applicate non solo nel campo dell’ingegneria, ma anche in altri settori, come quello medicale e biomedicale, per protesi.
«La tecnologia prevalente – spiega – è quella della stampa 3D, chiamata di manufactoring, perché consente di produrre il pezzo già finito, quasi pronto per essere montato», accanto a questa sono presenti anche tecnologie per controllare i componenti come tomografi tridimensionali che permettono di verificare all’interno del componente se ci sono difetti o meno, e poi sistemi per controllare forma e dimensione che consentono di verificare la funzionalità del pezzo prodotto. Una serie di sistemi software di simulazione e ottimizzazione del prodotto sarà utilizzata per la parte didattica, mentre i sistemi di scansione 3 D permettono di ottenere il modello virtuale di un oggetto fisico che si vuole andare a realizzare. Insomma nel Lab B+ ci sono «tutta la gamma e il processo che permette di innovare, studiare e realizzare un prodotto».
Parlando dell’impatto del laboratorio, il professor Germani sottolinea che sarà duplice: da un lato in termini di personale formato e dall’altro dal punto di vista della capacità delle imprese di innovare con queste tecnologie. Una questione cruciale per le Marche, una regione ricca di piccole medie imprese che spesso faticano ad innovarsi, da qui l’importanza del Lab B+. «Questo laboratorio – prosegue – dà la possibilità alle piccole e micro imprese di avere a disposizione tecnologie che sono costose e difficilmente collocabili all’interno di aziende di piccole dimensioni. Abbiamo fatto investimenti per circa 10 milioni di euro, cifre che un centro di ricerca virtuoso riesce a fare, ma che poi deve mettere a disposizione, come faremo noi, del mondo delle piccole e medie imprese del territorio».
Il Lab B+ era nato nel 2018, in seguito della partecipazione del Dipartimento di Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche (DIISM) dell’Università Politecnica delle Marche al bando nazionale dei “Dipartimenti di eccellenza” finanziato dal Ministero dell’Istruzione, con l’obiettivo di individuare e finanziare, con cadenza quinquennale, i migliori 180 Dipartimenti delle Università statali.
Dipartimenti che primeggiano per qualità della ricerca e del progetto di sviluppo, ai quali è destinato un budget annuale di 271 milioni di euro. L’Università Politecnica delle Marche ha ottenuto il finanziamento di 5 Dipartimenti d’Eccellenza su 12 dipartimenti complessivi. Il DIISM è stato valutato come terzo in Italia per quello che riguarda il settore dell’Ingegneria Industriale.
Il progetto, con un investimento di 9,5 milioni di euro, di cui 7,3 di finanziamento ministeriale, punta ad attrarre ricercatori provenienti da centri di ricerca di rilevanza internazionale per avviare collaborazioni strutturate e sono 15 gli accordi internazionali con università e centri esteri attivati sulle tematiche dell’additive manufacturing (INP Grenoble, Loughborough University, NC State University, Waseda University, ecc.), cui seguiranno azioni di mobilità mirate.
Obiettivo anche quello di attrarre talenti per la formazione avanzata, un obiettivo che si è concretizzato, da un lato, aumentando il numero di professori e ricercatori di elevata qualità attivi nel Dipartimento con l’assunzione di 4 nuove figure strutturate a tempo indeterminato, dall’altro, tramite l’attivazione di 14 dottorati sui temi di maggiore focus del progetto.
Cuore del progetto Lab B+, quello di rafforzare i laboratori in alcuni ambiti specifici per permettere di studiare metodi e strumenti per il design, la produzione ed il controllo di prodotti customizzati.
Il Laboratorio B+ è infatti incentrato sulle tematiche di manifattura additiva, controllo qualità e robotica collaborativa per l’industria 4.0 e ha l’obiettivo di aiutare le imprese ad incrementare l’utilizzo di queste tecnologie. La ricerca è diretta principalmente ai settori industriali quali l’automobilistico, l’aeronautico e l’oil & gas; l’attività formativa connessa mira a creare figure professionali altamente specializzate. Attraverso importanti collaborazioni con realtà imprenditoriali di rilievo (Benelli, Baker Hughes, Biesse, Carl Zeiss, Fameccanica, Fanuc Italia, Prima Additive, Zannini, ecc.), vengono svolte attività di ricerca applicata grazie alle quali i nostri studenti e dottorandi hanno la possibilità di esercitarsi sul campo, aumentando così le proprie chances lavorative e di creazione di impresa.