Ancona-Osimo

L’Univpm lancia la nuova infrastruttura “Acquari” per la ricerca sostenibile. Gregori: «Ruolo fondamentale nella formazione»

La sostenibilità si fa in tre: ambiente, economia e società. La Politecnica delle Marche presenta i processi di pianificazione, programmazione e rendicontazione

Il Rettore Gianluca Gregori e il prof. Francesco Regoli

ANCONA – L’Univpm all’avanguardia nei processi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Oggi (14 dicembre) in conferenza stampa, il Rettore Gianluca Gregori ha presentato le numerose attività che vedono l’Ateneo coinvolto nella promozione ed applicazione dei principi dello sviluppo sostenibile. E per l’occasione ha introdotto gli workshop pomeridiani nella nuova infrastruttura “Acquari” che si avvale di laboratori moderni contenenti 100 vasche per il mantenimento di organismi mediterranei, tropicali e addirittura polari. L’utilizzo è finalizzato a ricerche rivolte alla protezione della biodiversità, allo studio degli effetti dei cambiamenti climatici e dell’impatto antropico, alla riproduzione e l’acquacoltura. «Consapevole del ruolo fondamentale della sostenibilità nella formazione delle future generazioni, l’Università vuole declinare questi principi nelle diverse prospettive, economica, sociale ed ambientale – ha detto il Rettore – che sono strettamente integrate nella strategia di Ateneo e nei suoi processi di pianificazione, programmazione e rendicontazione».

La sostenibilità economica

La Prof.ssa Maria Serena Chiucchi, Direttrice del Dipartimento di Management ha presentato la redazione del Bilancio Integrato, lo strumento che permette all’Univpm di esplicitare come viene creato valore economico, sociale ed ambientale, ossia il valore sostenibile, per la comunità di oggi e per quella futura. «È ciò che noi chiamiamo la tridimensionalità della sostenibilità – ha affermato la professoressa – il nostro Ateneo ha messo in atto un processo di pianificazione e rendicontazione volto al raggiungimenti di obiettivi a lungo termine». In tal senso, ha continuato la professoressa «abbiamo prodotto un report integrato per mostrare come creiamo valore economico, sociale ed ambientale». Tanto che l’Univpm vanta anche record prestigiosi in termini di occupazione post laurea: «con un tasso a 5 anni dal conseguimento della laura superiore alla media nazionale – spiega la prof.ssa Chiucchi – e questo è un chiaro esempio di sostenibilità nella didattica». 

I dati

La Didattica sostenibile per Univpm, infatti, deve valorizzare l’offerta formativa rispondendo alle esigenze degli studenti e della società.

Studente in laboratorio

Nell’anno accademico 2020/21 sono 57 i corsi di studio attivati che coprono tutte le principali professioni e tematiche del futuro, con un’attenzione particolare alla sostenibilità declinata nelle scienze economiche, ingegneristiche, nella sanità, nelle scienze agrarie e in quelle della vita e dell’ambiente. Nello stesso anno il numero complessivo degli studenti è pari a 16.662, con un’età media alla laurea più bassa di quella nazionale, un tasso di occupazione pari al 93,4% a cinque anni dal conseguimento della laurea magistrale, e una retribuzione più alta della media nazionale. Nel 2020 l’Ateneo ha stanziato 2.000.000 di euro per sostenere le attività scientifiche soprattutto dei giovani, e 20 sono stati i progetti finanziati nell’ambito del programma europeo Horizon 2020. 

L’innovazione

Conoscenza, innovazione, sostenibilità sono le parole chiave che identificano la linea strategica di Univpm nell’ambito delle scienze agrarie, alimentari ed ambientali. «Dobbiamo fare sistema –  afferma il prof. Davide Neri, Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali – guardare all’innovazione per portarla dentro ad un sistema che si rivolge alla società con diverse richieste, diversi prodotti e diversi processi produttivi. Dobbiamo portare innovazione come , ad esempio, i principi di agroecologia, lo sfruttamento del suolo e il risparmio delle risorse per ridurre le attività inquinanti per l’ambiente». «Serve tecnologia – replica il prof. Maurizio Bevilacqua, Preside della Facoltà di Ingegneria – per questo il contributo della nostra Facoltà sta esattamente andando verso questa direzione nel campo dei materiali, della gestione energetica e dell’edilizia sostenibile». La sostenibilità nella ricerca ha anche evidenziato come sia possibile utilizzare prodotti di scarto del settore agroalimentare per estrarre composti bioattivi, oppure fonti proteiche alternative e sostenibili per l’acquacoltura del futuro, fino a nuovi sistemi di produzione ittica. «La ricerca è sempre concentrata sulla necessità di trovare soluzioni soddisfacenti per migliorare e promuovere la salute – spiega il prof. Mauro Silvestrini, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia -. Condurre una ricerca nel rispetto delle regole della sostenibilità è la miglior garanzia per ottenere risultati validi».