ANCONA – «In un mese 57 punti vendita sono già passati da Auchan a Conad, e con loro circa 2000 lavoratori. Questi numeri sono la prova che facciamo sul serio». Esordisce così Francesco Pugliese, amministratore delegato e direttore generale di Conad che racconta “la sua verità” sulla spinosa vertenza che si trascina ormai da mesi, da quando il closing finanziario del 31 luglio scorso ha sancito definitivamente l’acquisizione di Auchan Retail. Da allora le sorti dei 18mila lavoratori italiani della rete Auchan che include Sma e IperSimply sono passate in mano a Conad. E domani, venerdì 15 novembre, incontro a Roma al Mise (Ministero dello sviluppo economico) tra azienda e parti sindacali.
«C’è tanto rumore in giro e lo capisco – spiega Pugliese – . Certe volte mi cascano le braccia, certe volte mi arrabbio, ma capisco lo stesso. Intanto, in mezzo a tutto quel rumore, in un mese noi di Conad abbiamo completato oltre quaranta cambi di insegna di punti vendita ex Auchan. Fanno parte dei 57 punti vendita che sono già parte di Conad e che si stanno integrando nelle nostre cooperative. Mica una faccenda da poco – si sfoga l’amministratore delegato – , non è che togli via la vecchia insegna, metti quella nuova e il gioco è fatto. Ci sono di mezzo le persone. Non ho paura di scriverlo, perché io so quanto lavoro abbiamo fatto tutti, dal primo all’ultimo per poter mettere un negozio che funziona sulla testa delle persone».
Il 30 ottobre scorso Conad aveva presentato alle parti sindacali il suo piano industriale nel corso di un tavolo di confronto al Mise, dopo che le trattative erano state interrotte e Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil avevano indetto uno sciopero nazionale.
Conad aveva illustrato la situazione della rete Auchan parlando di uno stato di “grave crisi che si è manifestata in modo significativo negli ultimi 3 anni con perdite accumulate per oltre 800 milioni nel triennio (1,1 miliardi di gestione caratteristica) e dovute a: calo delle vendite, disaffezione crescente della clientela, mancanza di investimenti, presenza di punti vendita di grandi dimensioni con costi insostenibili, costo del lavoro e affitti degli immobili molto al di sopra delle medie “di sostenibilità” del settore, scelte manageriali inadatte alle caratteristiche del mercato italiano. Il deterioramento della rete e della relazione dell’insegna con i consumatori – si legge nella nota stampa diramata da Conad – è così rapido che nel 2019 la situazione è peggiorata ulteriormente (-6,7% dei ricavi rispetto al progressivo di settembre 2018) e oggi la rete Auchan fa registrare perdite di esercizio per 1,1 milioni al giorno“.
Pugliese ha sottolineato lo «sforzo logistico» di Conad nel portare i prodotti sugli scaffali e gestire le scorte che erano di Auchan. «Dal punto di vista di quei punti vendita c’è una nuova proprietà che, lo dico con orgoglio, ha modalità e priorità nuove. E poi ci sono le persone che oggi lavorano con noi e che fino a un mese fa erano in un’azienda che da sola non aveva futuro. Perché in questi punti vendita siamo riusciti a tenere tutti. Circa 2.000 persone, e questo è solo l’inizio» ha concluso Pugliese a voler rassicurare i lavoratori.
Poi la stilettata: «Su questa faccenda Auchan vedo dare spazio a tante parole che non dicono molto e che alimentano paure, incertezze e sfiducia – conclude – . Come quando questo Paese si parla male addosso, da solo. Abbiamo portato a casa un risultato eccezionale, altroché. È la prova che c’è un’Italia che quando ci crede riesce ancora a fare cose grandi e importanti. Sono fiero e orgoglioso che Conad possa rappresentarla».
Ma mentre continuano a spuntare margherite lungo lo stivale, i nodi restano in piedi, così come la preoccupazione dei 16mila lavoratori che ancora sono “in ballo” dal punto di vista occupazionale perché fanno parte dei punti vendita che ancora non si sono integrati in Conad. Senza contare l’indotto. Critica la situazione dei depositi, come l’Xpo di Osimo, il cui destino non è stato ancora chiarito e con esso quello dei 101 dipendenti che vi lavorano e che con il procedere dei passaggi dei punti vendita vede calare la sua attività.
Insomma, una vicenda che continua a destare grande preoccupazione. L’altro ieri alla Camera il parlamentare marchigiano del Movimento 5 Stelle, Paolo Giuliodori, è intervenuto in Aula per tenere accessi i riflettori sulla vertenza. «Più di 3mila persone stanno rischiando il posto, senza contare poi l’indotto di circa 6mila lavoratori. Per quanto riguarda il mio territorio, le Marche, i numeri sono preoccupanti, tra dipendenti e indotto parliamo di circa 1500 posti di lavoro. Anche in una piccola cittadina come la mia, Osimo, sono in pericolo centinaia di posti di lavoro. Io ed i miei colleghi abbiamo già incontrato rappresentanti sindacali e lavoratori per ascoltare le loro istanze e le loro preoccupazioni e ragionare insieme sulla soluzione più adatta. Ringrazio fin qui il governo per il lavoro svolto, ma invito tutti a mantenere alta l’attenzione su un tema così importante. La nostra priorità è tutelare i lavoratori, dobbiamo lavorare per questo».