Ancona-Osimo

Vertici Api indagati per le esalazioni: accertamento sul serbatoio, forse il tetto era bucato

Verrà effettuato nei prossimi giorni, con la formula dell'atto irripetibile. Da lì sarebbe entrata acqua che ha spostato la copertura facendo imbarcare nafta contenuta all'interno. Brandoni: «Risarcimento danni? Ci penserà il nuovo sindaco». La raffineria: «Non ci sottrarremo a nulla»

Raffineria Falconara

FALCONARA – Con gli avvisi di garanzia a 16 indagati per le esalazioni di idrocarburi provenienti dalla raffineria Api (leggi l’articolo), la Procura procederà con l’accertamento irripetibile già preannunciato nelle notifiche agli stessi indagati. L’accertamento riguarderà il serbatoio TK 61, quello del trafilamento dal tetto, iniziato l’11 aprile. Un trafilamento di nafta bianca che sarebbe stata introdotta all’interno per pulire la cisterna stessa, oggetto di manutenzione. L’ipotesi infatti è che la copertura fosse bucata e da lì è entrata l’acqua sparata durante le prove antincendio in corso quei giorni all’interno dello stabilimento. Il tetto, che si regge in galleggiamento con dei cassoni, si sarebbe quindi spostato perché i cassoni stessi si sono riempiti di acqua e avrebbe così imbarcato la nafta che poi si è diffusa nell’aria per una settimana. Ipotesi tutte da accertare e relative ad una cattiva manutenzione che la magistratura ora contesta alla raffineria oltre ad una serie di reati ambientali e sulla sicurezza del posto di lavoro.

Sulla vicenda il sindaco Goffredo Brandoni si limita a commentare: «Quello che è accaduto è sotto gli occhi di tutti – dice il primo cittadino – se ci costituiremo parte civile per un risarcimento danni ? Vedremo con chi sarà il nuovo sindaco». Intanto l’Api risponde agli avvisi di garanzia notificati questi mattina parlando di «un atto dovuto che ci aspettavamo a seguito dell’evento del serbatoio TK 61».

REATI CONTESTATI E SERBATOIO
Oltre all’emissione di esalazioni nocive e moleste dal serbatoio TK 61 della raffineria, le lesioni personali colpose derivate dalle emissioni delle esalazioni nocive (reati contro la salute pubblica), ci sono le lesioni personali derivanti da inquinamento ambientale dell’area circostante la raffineria Api con elevato numero di persone esposte a pericolo di inalazione di sostanze nocive. Ad un solo indagato, vengono contestate le lesioni colpose gravi commesse in violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro. L’accertamento sul serbatoio non ha ancora una data stabilita che verrà notificata agli indagati successivamente, ma in tempo per nominare un proprio consulente di parte che parteciperà all’atto irripetibile. Il serbatoio non è stato sequestrato.

LA POSIZIONE DELL’API
L’azienda sottolinea in una nota che ha gestito l’evento di aprile con la massima trasparenza. «Sono stati condivisi con gli inquirenti e tutti gli enti coinvolti ogni dato e informazione rilevante sull’avvenimento – scrive l’Api – essendo in corso un’inchiesta, nel rispetto della magistratura e dei colleghi coinvolti riteniamo di astenerci da ogni commento finché i fatti non saranno chiariti, pertanto non entriamo nel merito dei capi di imputazione. Probabilmente gli inquirenti hanno inteso comprenderne più d’uno per assicurare all’indagine la massima accuratezza. Anche nei prossimi passi della vicenda non ci sottrarremo a ogni approfondimento. Riponendo fiducia nell’autorità giudiziaria».