«Le veterinarie sono sempre più esposte a fenomeni di aggressione fisica e verbale da parte dei maschi. Siano essi colleghi, clienti o allevatori». A farlo sapere, è il Sivelp, Sindacato Italiano Veterinari Liberi Professionisti. La sua segretaria nazionale, dottoressa Maria Paola Cassarani, ha sollevato la problematica nei più disparati contesti, «ad incontri istituzionali, al Ministero e alle Casse di previdenza».
A livello nazionale, sono circa «un centinaio» gli episodi denunciati. Ma «c’è chiaramente del sommerso» evidenzia la segretaria, prima donna (e prima marchigiana) a ricoprire tale ruolo. Cassarani, originaria di Ancona, fa parte del sindacato dal lontano ’94.
«Per le veterinarie (dunque mi riferisco alle dottoresse donne) risulta via via più difficile conciliare lavoro e vita privata in una società e in una professione ancora prevalentemente improntata al maschile. Alla donna – spiega la segretaria Cassarani – viene richiesto anche nella nostra professione un sacrificio maggiore e conciliare professione e vita privata è complesso».
«Il Sivelp che ho l’onore di presiedere – continua – si occupa dal punto di vista sindacale delle problematiche dei veterinari liberi professionisti. Ha rapporti con i ministeri e le istituzioni. Si confronta con il legislatore, che tratta di materie sanitarie. Il profilo è apartitico e senza scopi di lucro – precisa – e offre servizi di consulenza amministrativa e legale. Senza considerare poi la possibilità che dà ai propri iscritti di sottoscrivere pacchetti assicurazione professionali di categoria».
Una tutela quanto mai necessaria, specialmente al giorno d’oggi, con una clientela sempre più esigente e il burnout da professione che è ormai (quasi) la routine per i veterinari: «La clientela – sottolinea Cassarani – è sempre più esigente e paradossalmente non riesce ad accettare che il proprio animale possa star male. Accetta più facilmente la malattia e la sconfitta nell’ambito della sanità umana. Inoltre, sovente, può risultare sgarbata tendendo a mostrare un comportamento aggressivo nei confronti dei veterinari, soprattutto quando secondo i paramenti personali non vede il raggiungimento di un risultato positivo per il proprio animale».