ANCONA – «Mai come quest’anno al Centro Antiviolenza di Ancona abbiamo avuto accessi di vittime di violenza giovanissime». Lo rende noto la psicoterapeuta e criminologa forense Margherita Carlini dell’Associazione Donne e Giustizia che gestisce il Cav di Ancona e gli sportelli di Osimo e Montemarciano. In vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che ricorre il 25 novembre, la psicoterapeuta, esperta del fenomeno, evidenzia che al Cav arrivano casi anche di ragazzine di «16-17 anni vittime di violenza sessuale e molestie».
Si tratta di giovani donne, accompagnate dai genitori, che raccontano spesso di violenze perpetrate «da persone conosciute, dell’entourage famigliare o amicale, coetanee o anche più grandi, a sfatare il mito – spiega – che la quota maggiore delle violenze sessuali avvengano da parte di persone sconosciute».
Secondo la dottoressa Carlini si tratta di un fenomeno che racconta una maggiore propensione delle donne a segnalare le violenze subite, «segno che l’opera di sensibilizzazione dei Cav ha facilitato l’emersione delle violenze e dei maltrattamenti, così come il lavoro della rete anti violenza creata ad Ancona con la Questura».
«Sono situazioni molto impattanti – osserva -, per alcune di queste giovani si è trattato della prima esperienza sessuale: viene da chiedersi che visione maschile e del proprio corpo potranno avere in funzione di questa esperienza. Sono casi che fanno riflettere anche sul fatto che le donne sono a rischio in qualsiasi situazione: essere donna espone di per sé al rischio di subire violenza, al lavoro, in palestra, a casa con un parente o in un mezzo pubblico».
Carlini spiega che da inizio anno a novembre sono 123 le donne accolte al Cav, si tratta di nuovi accessi, un dato che rispetto a quello dell’anno scorso, quando erano 135 «è rimasto stabile». Parlando dei due femminicidi che si sono verificati recentemente nelle Marche, quello di Ilaria Maiorano e di Anastasia Alashri, spiega che il quadro «rispecchia l’andamento nazionale e che nessuna aveva avuto contatti con il Cav, segno non che abbiamo la bacchetta magica, ma che un’azione di aiuto e sostegno alle donne a volte fa la differenza. La denuncia è un passaggio fondamentale, ma è anche importante capire quando farla e rispettare i tempi della donna, capendo anche di quali risorse disponga».