ANCONA – Il tema della violenza sulle donne è, nostro malgrado, così rilevante che coinvolge la nostra quotidianità e riempie le cronache nazionali. I casi segnalati potrebbero generare preoccupazione ma forse, ancor di più, ciò che è nascosto o taciuto. Per avere una percezione accurata del fenomeno della violenza contro le donne occorre un’analisi specifica e, per tale motivo, la Questura di Ancona ha elaborato un report, i cui dati sono riferiti al primo semestre dello scorso anno e sono comparati ai medesimi dati del primo semestre dell’anno corrente.
Nell’analisi elaborata dalla Questura rientrano tutti quei reati riconducibili alla violenza di genere come espressione di violenza fisica, verbale, sessuale, psicologica o economica diretta contro una persona in quanto donna. Pertanto, in questa ampia categoria rientrano i reati di: atti persecutori di cui all’art. 612 bis c.p.; lesioni personali ex art. 582 c.p., minacce ex art. 612 c.p., violenza privata ex art. 610 c.p., violazione di domicilio ex art. 614 c.p., i maltrattamenti contro familiari e conviventi di cui all’art. 572 c.p. e le violenze sessuali ex artt. 609 bis c.p., 609 ter c.p. e 609 octies c.p. Queste ultime, espressione di particolare gravità e parte integrante della violenza di genere.
Il report prende come arco temporale di riferimento il periodo del primo semestre dell’anno, dal 1 gennaio al 30 giugno, in raffronto con l’analogo periodo dell’anno precedente. Possiamo dire fin da subito che il trend dei reati commessi è in crescita confrontando analiticamente i due periodi. In particolare nel primo semestre dello scorso anno sono stati 26 gli uomini deferiti all’autorità giudiziaria, di cui 5 in stato di arresto per i reati summenzionati, nell’analogo periodo del 2024 invece i denunciati salgono a 30, di cui 5 in stato di arresto. Inoltre per quanto attiene all’esecuzione di misure cautelari custodiali e non ed all’esecuzione degli ordini di carcerazione nel primo semestre del 2023 sono stati 9 i provvedimenti, a fronte invece dei ben 26 provvedimenti emessi quest’anno. Di questi 26 le misure cautelari non custodiali sono state ben 18. Di questi nella quasi totalità dei casi i reati erano stati commessi da uomini. Un altro dato dal quale emerge l’impatto di forte crescita che i reati del cd. Codice Rosso hanno avuto in questo periodo può essere analizzato osservando le misure di prevenzione emesse ed in particolar modo gli ammonimenti, di esclusiva competenza del Questore. Nel 2023 sono stati 20 gli ammonimenti emessi, di cui 17 per stalking e 3 per maltrattamenti. Nell’analogo periodo del 2024 si è arrivati a ben 52 provvedimenti, di cui 31 per stalking e 21 per maltrattamenti. Nel 98% dei casi si è trattato di provvedimenti emessi nei confronti di uomini maltrattanti. Ricordiamo inoltre che, a differenza delle denunce, questi provvedimenti possono essere emessi anche d’ufficio, sulla base degli elementi di fatto, in base ad una valutazione discrezionale esclusivamente del Questore, indipendente dalla punibilità in sede processuale dell’atto o dei reati commessi.
In ambito nazionale, nel 2023 si sono registrati 117 femminicidi, con un trend in diminuzione rispetto all’anno 2022 del -10%. Relativamente al 2024 invece gli omicidi commessi nell’ambito del Codice Rosso sono stati 149, con 49 vittime donne di cui 44 uccise nell’ambito familiare/affettivo. Di queste, 24 hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner.
In sintesi e dati alla mano, possiamo affermare che il trend potrebbe essere in aumento, tuttavia oggi è anche necessaria una consapevolezza diversa nell’analisi del dato. L’attenzione che il legislatore ha rivolto a tali fenomeni è sicuramente importante ma non è sufficiente, è necessaria la responsabilità di tutti e di ogni singolo. Su questo fil rouge si innesta la campagna permanente di informazione contro la violenza di genere della Polizia di Stato “Questo non è amore”, diffusa con uno spot televisivo e su tutti i social nazionali, oltre che a livello locale con opuscoli informativi. In particolare lo spot ricorda che la violenza sulle donne è un fenomeno che riguarda tutti noi, ogni giorno, non solo quando accade un fatto drammatico, quando celebriamo una triste ricorrenza o il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Protagonista del video è Filomena Di Gennaro, una donna giovane, intelligente, che ha superato le prove per entrare nelle Forze dell’Ordine. Nel 2017 è stata violentemente aggredita dal suo ex fidanzato che, incapace di accettare la fine della loro relazione, le ha sparato 8 colpi di pistola tentando di ucciderla. Filomena è sopravvissuta, oggi vive su una sedia a rotelle ma questo non le ha impedito di rifarsi una vita, sposarsi ed avere dei figli. Dopo aver incontrato un amore malato, ne ha trovato uno sano, che l’ha aiutata a superare il momento più drammatico della sua vita e che oggi la sostiene e la incoraggia a raccontare la sua storia all’interno delle scuole per insegnare ai giovani a non tacere di fronte ai primi segnali di un amore tossico.
Sul tema il Questore di Ancona, Cesare Capocasa: «Il dato relativo alle violenze di genere è sempre più inquietante ed intollerabile, considerando anche i femminicidi, si tratta di una mattanza che ci restituisce una società impotente di liberare le donne dal loro inferno. L’attività operativa e di indagine, pur coronata da efficaci risultati, non è sufficiente ad arginare fenomeni che richiedono un deciso cambiamento culturale, una rinnovata consapevolezza della loro centralità, in quanto indice significativo della civiltà di una moderna società. L’attività di informazione e sensibilizzazione è stata inserita tra i temi di promozione della legalità negli incontri nelle scuole ed in occasione di eventi, realizzando un’azione sinergica tra tutti gli attori coinvolti nonché la cura ed il sostegno delle vittime. La dimostrazione tangibile del percorso di prevenzione e di educazione alla legalità che ogni giorno cerchiamo di intraprendere in questa Provincia, attraverso progetti dedicati e condivisi, convinti che il vero potere è il servizio e l’Autorità si eserciti servendo».