ANCONA – Con la pandemia, oltre a cambiare le nostre abitudini, è cambiato anche il fenomeno della violenza. A riflettere sul tema, sempre più centrale nelle cronache, è lo psichiatra e Consigliere regionale Carlo Ciccioli, a margine del congresso “La violenza sui minori, sulle donne, sugli anziani: riconoscere, proteggere, intervenire. Noi andiamo avanti”, che si è tenuto nei giorni scorsi all’Auditorium Montessori presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche, ad Ancona.
La violenza giovanile è sempre più presente: si manifesta in famiglia, ma anche con atti di bullismo e con la formazione di bande giovanili che creano problemi anche nelle città, come accaduto nell’ultimo periodo nel capoluogo. Un fenomeno attenzionato dalla Regione, come osserva lo psichiatra che annuncia l’impegno della Giunta su più fronti.
Ciccioli fa sapere che il governo regionale sta lavorando per rivedere la legge sul difensore civico, unificato nella stessa persona nella legislatura precedente «nell’ambito di una contrazione dei costi della politica»: l’obiettivo è quello di separare il difensore dei diritti dei minori e degli adolescenti da quello dei diritti dei detenuti e dei cittadini, istituendo tre figure diverse con specifiche professionalità. Inoltre spiega che verrà istituita anche una figura ad hoc che si occuperà della tutela delle persone con fragilità e disagio mentale.
Nel corso del convegno, erano stati illustrati i casi di violenza di genere trattati all’Ospedale regionale di Torrette nel 2020, anno di avvento della pandemia di Covid-19: 72 i casi complessivamente intercettati e trattati, 7 dei quali di violenza sessuale e 8 di abuso e maltrattamento commessi sui minori di sesso femminile.
Ciccioli, intervenuto in rappresentanza della Regione Marche, ha sottolineato, a margine dell’evento, che stanno emergendo con maggiore frequenza episodi di violenza che vedono adolescenti e giovani adulti come protagonisti di maltrattamenti perpetrati all’interno delle proprie famiglie.
Fra le quattro pareti domestiche, il cambiamento intervenuto nella società si traduce in «estorsioni e maltrattamenti nei confronti di familiari» spiega Ciccioli, fenomeni legati spesso all’abuso alcoolico e all’uso di sostanze stupefacenti. In alcuni casi si sono verificati abusi nei confronti degli stessi familiari, che tuttavia non denunciano, per cui si tratta di una espressione della violenza che resta per lo più sotto traccia, anche se in alcuni casi le famiglie arrivano, esasperate, a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine o del 118.
Lo psichiatra fa notare che «la famiglia non riesce più ad esercitare, come una volta, una azione di contenimento: genitori, nonni riuscivano a seguire i ragazzi, inoltre c’erano le parrocchie, c’era lo sport», attori che riuscivano a deviare sul nascere condotte problematiche. Oggi invece «i giovani e giovanissimi trascorrono gran parte delle loro giornate con gli smartphone e il processo educativo, ormai, passa soprattutto attraverso il web, che tuttavia è distorsivo della realtà». Secondo il Consigliere regionale – psichiatra, occorre «osservare il fenomeno strisciante e creare protocolli specifici» per individuare ed intervenire tempestivamente le situazioni a rischio.