ANCONA- Sono stati tre gli omicidi avvenuti tra gennaio e settembre 2020 nella provincia di Ancona, di cui uno scaturito per motivi familiari/affettivi, uno per motivi familiari/affettivi con vittima una donna e uno con vittima una donna per mano del partner o dell’ex partner. Nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne emergono i dati dei reati commessi nell’anconetano nel periodo gennaio-settembre 2020. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, i crimini contro le donne sembrano essere in calo. Nei primi 9 mesi di quest’anno gli atti persecutori denunciati sono 58, 98 nel 2019; i maltrattamenti contro familiari e conviventi sono 74, nel 2019 erano 88; 16 le violenze sessuali denunciate finora, 25 nello stesso periodo del 2019. Da gennaio ad oggi, la Divisione Anticrimine della Questura di Ancona ha prodotto 10 ammonimenti ex art. 8 D.Lgs.11/2009 ed è sempre all’erta per ascoltare, consigliare e aiutare.
Oggi, 25 novembre, numerose le iniziative su tutto il territorio per la campagna permanente di prevenzione della Polizia di Stato “Questo non è amore”. Giunta alla quarta edizione, è finalizzata a fornire informazioni alle donne in situazione di rischio. Ad Ancona, i poliziotti si sono messi a disposizione di tutte le donne e di tutti i cittadini, distribuendo opuscoli creati per sensibilizzare le coscienze contro la violenza sulle donne in diversi punti della città: davanti al Comune, alle Poste Centrali, alla Stazione Centrale, all’Ospedale di Torrette e in tutti i centri luoghi di sede dei Commissariati.
Per quanto riguarda i dati a livello nazionale, il report è stato realizzato dalla Direzione centrale della polizia criminale guidata da Vittorio Rizzi. I numeri stilati rappresentano un primo bilancio ad un anno dall’entrata in vigore, avvenuta il 9 agosto 2019, del “Codice Rosso”, legge 19 luglio 2019, n.69, che ha introdotto nuovi reati ed ha perfezionato i meccanismi di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.
Dei quattro delitti di nuova introduzione, quello che ha fatto registrare più trasgressioni- ben 1.741 dal 9 agosto 2019 all’8 agosto 2020- spesso sfociate in condotte violente nei confronti delle vittime, è la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare o del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa o la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare. Le regioni dove si sono registrate più violazioni sono la Sicilia, il Lazio ed il Piemonte. In un anno i reati relativi al delitto di costrizione o induzione al matrimonio sono stati 11, il 36% delle vittime è risultato minorenne.
Il reato di deformazioni dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso di nuova introduzione prevede l’ergastolo se dal fatto consegua un omicidio. Dei 56 casi denunciati, il 76% hanno riguardato vittime di sesso maschile e gli autori sono al 92% uomini. Ultimo reato introdotto dalla l. 69/2019 è la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, cosiddetto revenge porn (art. 612-ter cp). Dei 718 reati denunciati, l’81% hanno riguardato vittime di sesso femminile (per l’83% maggiorenni e per l’89% italiane), episodi distribuiti nell’anno con un andamento altalenante e un picco nel mese di maggio con 86 casi. La regione che registra più denunce è la Lombardia, seguita da Sicilia e Campania.
Per quanto riguarda i reati spia, cioè tutti quei delitti che sono indicatori di violenza di genere (come lo stalking, i maltrattamenti in famiglia e le violenze sessuali), nel periodo gennaio-settembre di quest’anno, si registrano numeri inferiori rispetto a quelli del 2019. Ciò è dovuto anche alle difficoltà di denunciare del periodo del lockdown. La fascia d’età più colpita è quella che va da 31 a 44 anni, le vittime sono italiane nell’80% dei casi, mentre, tra le vittime straniere, predominano quelle di nazionalità romena. Gli autori dei reati hanno un’età compresa tra 31 e 44 anni (39%), in prevalenza sono italiani (74%) e solo il 2% sono minorenni (1% nel 2019).
Quanto ai provvedimenti amministrativi in materia di violenza di genere, nel periodo 1° gennaio-19 novembre 2020, i Questori hanno emanato 1.055 ammonimenti per stalking, 956 per violenza domestica e 352 provvedimenti di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare. Se il trend è in diminuzione per gli omicidi di donne nel 2019 (111) rispetto al 2018 (141), in linea con la diminuzione generale degli omicidi, una controtendenza si registra nei primi nove mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso con un aumento del 7, 3% (88 donne uccise nel 2020 a fronte di 82 del 2019).
Stesso trend in aumento per le vittime in ambito familiare/affettivo che passano dal 68 a 77 (con un aumento del 13,2%), uccise in prevalenza da partner o ex partner (e solo per il 28% nel 2020 per mano di genitori o figli). I moventi più frequenti dei femminicidi sono la lite e i motivi passionali. Sia nei primi nove mesi del 2020 che nello stesso periodo del 2019, l’omicida ha fatto in prevalenza uso di un’arma impropria, come un coltello o un utensile da lavoro (martello, cacciavite, ecc.), seguono l’uso di un’arma da fuoco, l’asfissia/soffocamento/strangolamento, le percosse e l’avvelenamento. Per gli omicidi volontari di donne, la fascia di età più colpita nei primi 9 mesi del 2019 è quella tra i 31 e 44 anni, che è la stessa più frequente anche per gli autori. Mentre nei primi nove mesi del 2020 la fascia più colpita è quella delle donne over 65 che rappresentano il 30% del totale delle vittime.
«La violenza di genere è un crimine odioso che trova il proprio humus nella discriminazione, nella negazione della ragione e del rispetto. Una problematica di civiltà che, prima ancora di un’azione di polizia, richiede una crescita culturale. È una tematica complessa che rimanda ad un impegno corale. Gli esperti parlano di approccio olistico, capace di coinvolgere tutti gli attori sociali, dalle Istituzioni, alla scuola, alla famiglia» ha detto il Capo della Polizia, Franco Gabrielli.
Infine, l’app YouPol, ideata per contrastare bullismo e spaccio di sostanze stupefacenti nelle scuole, dallo scorso lockdown è stata estesa alle segnalazioni di violenza domestica. L’applicazione permette di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini agli operatori della Polizia di Stato. Le segnalazioni sono automaticamente geo-referenziate, ma è possibile per l’utente modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti. Dall’app è anche possibile chiamare direttamente il 113. Per chi non vuole registrarsi fornendo i propri dati, è prevista la possibilità di segnalare in forma anonima.