Ancona-Osimo

Vistamare: «Ben venga il nuovo terminal crociere, ma ad alcune condizioni»

L'associazione è «preoccupata per le criticità ambientali, logistiche e urbanistiche» che il progetto comporterà e, alla fine di settembre, organizzerà un’assemblea aperta a tutta la cittadinanza, con la partecipazione di alcuni tecnici

(Foto: Porto Antico - Ancona)

ANCONA – «Elettrificazione della banchina, pacchetti turistici su Ancona, programma su tutta l’area portuale. E ancora una struttura museale nell’ex ospedale militare, in caso di ritrovamenti archeologici, e parcheggi che possano essere utilizzati anche dai cittadini e non solo dai crocieristi. Sono alcune condizioni suggerite dall’associazione Vistamare che, riconosce «le opportunità economiche e di sviluppo» connesse alla realizzazione del nuovo terminal crociere nel porto, ma è «preoccupata per le criticità ambientali, logistiche e urbanistiche» che il progetto comporterà.

L’Autorità di Sistema Portuale intende infatti realizzare un nuovo terminal con il banchinamento del fronte esterno del molo Clementino, per far attraccare le grandi navi, lunghe fino a 350 metri. Il costo complessivo dell’opera è stimato in 22,2 milioni e l’orizzonte temporale considerato è di 52 anni: 2 anni per la realizzazione dell’opera e 50 di operatività del progetto. «Chiediamo all’Amministrazione, in quanto garante degli interessi generali della città, – spiega Antonio Roversi, presidente di Vistamare – di rivedere parzialmente la posizione finora espressa e di aprire un serio dibattito tra le forze politiche e sociali della città, basato su alcune condizioni sostanziali da porre all’Adsp. Innanzitutto, prima dell’approvazione definitiva del progetto, è necessario avere un programma cadenzato di soluzioni sulle altre problematiche aperte del porto, come la liberazione del porto storico, la riorganizzazione del porto peschereccio e la liberazione del Mandracchio, la realizzazione del terminal passeggeri all’ex Fiera, il completamento della banchina lineare merci, nuovi spazi per i cantieri minori per il refitting».

Davanti a sinistra il presidente di Vistamare Antonio Roversi, insieme ad altri membri dell’associazione

Inoltre con il nuovo terminal crociere non dovrà essere sottovalutato «l’aumento del traffico e dell’inquinamento» e l’associazione chiede «l’elettrificazione della nuova banchina, come hanno già fatto Marsiglia, Amburgo e altri porti proprio sui moli dedicati alla crocieristica, richiedendo alle società armatrici analogo impegno di trasformazione sulle nuove navi che vi attraccheranno». «In caso di ritrovamenti archeologici – continua Roversi – chiediamo la realizzazione di una struttura museale nell’ex ospedale militare, recuperando la struttura antica. E, per rendere effettivi i vantaggi economici alla città, lo svolgimento di una gara per la concessione della banchina sulla base di alcuni criteri, tra cui la realizzazione dei parcheggi necessari all’home-port disponibili anche ai cittadini; l’impegno a reperire almeno il 70% delle forniture a km 0; la gestione tramite mezzi di trasporto non inquinanti dei collegamenti da e per stazione, aeroporto, parcheggi; la vendita e la gestione dei pacchetti turistici relativi alla città, in misura almeno pari a quelli relativi alla regione».

«Per ridurre l’inquinamento – sottolinea l’architetto Paolo Pasquini – crediamo sia importante che i moli del porto storico vengano liberati dai traghetti. La soluzione sarebbe lo spostamento dei traghetti nell’area che sarà liberata dai silos». Alla fine di settembre Vistamare organizzerà un’assemblea aperta, con la partecipazione di tecnici esterni, con la volontà di informare i cittadini, a cui saranno invitati anche il presidente dell’Adsp Rodolfo Giampieri e l’assessore al Porto Ida Simonella. Nel frattempo il consiglio comunale, ad aprile, ha dato il nullaosta alla variante localizzata che consentirà di cambiare nel piano regolatore portuale la destinazione d’uso del fronte esterno del molo Clementino, da un utilizzo per navi militari e mezzi di servizio a finalità crocieristiche.