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“Vivere con i terremoti”: ecco il progetto a Falerone della Politecnica delle Marche con l’università di Cambridge

Considerare la natura sismica di queste aree un elemento costitutivo, non straordinario ma identitario. Da questo presupposto è partito il progetto del Dipartimento di ingegneria civile, edile e di architettura dell'ateneo dorico. Ecco i dettagli

Falerone

Il terremoto del 2016-2017 ha colpito aree particolarmente fragili dell’Appennino centrale mettendo in luce gli effetti devastanti favoriti dal progressivo processo di spopolamento dei paesaggi interni. L’area interessata è molto vasta e copre territori di quattro regioni, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. Il Dipartimento di ingegneria civile, edile e di architettura (DICEA – Dipartimento universitario di eccellenza 2018-2022) dell’Università Politecnica delle Marche, diretto dal professore Maurizio Brocchini, ha promosso un progetto di ricerca fondato su una nuova prospettiva di ricerca e d’intervento: considerare la natura sismica di queste aree un elemento costitutivo, non straordinario ma identitario in quanto ha segnato la lunga storia delle terre appenniniche, la loro storia di comunità, di paesaggi, di aggregati urbani e di emergenze monumentali.

Il progetto della Politecnica delle Marche

Si chiama “Vivere coi terremoti / Living with Earthquakes“. È condotto con un partenariato internazionale eccellente, in primis la University of Cambridge. Scelta come area di studio la provincia di Fermo per la sua varietà di piccoli e medi centri collinari, che offrono un interessante campo di indagine e sperimentazione a partire dalla valutazione del grado di danno al tessuto urbano e al patrimonio architettonico e artistico. «Le attività multidisciplinari messe in campo dal nostro ateneo e un confronto costante tra competenze differenti – afferma i rettore Gian Luca Gregori – possono dare vita ad un processo duraturo ed efficace di recupero dei valori culturali e storici per una nuova stagione di vita di questi luoghi».

Partendo dalla certezza che il terremoto, nella sua tragicità, possa rappresentare un’occasione irripetibile per riscrivere la storia di questi luoghi, a partire dai cittadini e dalla memoria delle comunità, e anche dagli archivi, dalle pietre e dalle opere d’arte, il DICEA ha promosso due summer school nel 2018 e 2019: studenti e dottorandi di ingegneria, architettura, storia dell’arte, psicologia e filosofia provenienti da molti atenei europei hanno sperimentato le potenzialità del dialogo tra le discipline scientifiche (Geotecnica, Ingegneria Sismica, Disegno e Progetto dell’Architettura, Restauro) e quelle umanistiche (Filosofia, Sociologia, Storia dell’arte, Storia della città e dell’architettura).


Vivere con il terremoto: il progetto nel Fermano

A tre anni dalla prima esperienza, si apre un nuovo capitolo (dopo la pausa forzata della pandemia), grazie alla presenza sul nostro territorio di uno studente della facoltà di architettura della Università di Cambridge, Michal Saniewski, che ha partecipato ad entrambe le edizioni della summer school promossa dal DICEA e diretta dal profesore Antonello Alici (nella foto).

Michal Saniewski, aggregato come Visiting research fellow al Dipartimento DICEA fino a dicembre 2021, ha scelto un’area della provincia di Fermo con al centro il comune di Falerone per dare maggior concretezza alle premesse di quella esperienza. Con il titolo “Transformative reconstruction: Crafting Falerone’s earthquake-resistant future”, propone una strategia di conservazione resiliente che veda al centro le popolazioni e sia capace di riscoprire le vocazioni di ciascun territorio superando i confini. Ripartiamo dal recupero sociale ed economico di questi luoghi, ad esempio investendo sulle antiche tradizioni di artigianato della paglia e recuperando tradizioni costruttive sostenibili.
 
Nel secondo semestre del 2021 la provincia di Fermo sarà terreno di varie sperimentazioni nell’ambito del programma di ricerca di UnivPM-DICEA ‘Living with Earthquakes’, che prevede una prima tappa significativa a Novembre con un seminario e winter school che vedranno la partecipazione di dottorandi e studenti delle università partner.