ANCONA – Domenica 9 aprile torna ad Ancona Vivicittà, la corsa più grande del mondo. Partita nel 1983, continua ad essere la grande protagonista dello sport per tutti, abbracciando in un’unica, originale formula, contemporaneamente in 43 città italiane e molte altre nel mondo, nonché in 22 penitenziari, atleti professionisti e sportivi della domenica con la competitiva di 12 km, oltre alla passeggiata ludico motoria in tante città italiane ed estere. Partenza per tutti allo stesso orario, unica classifica in base ai tempi compensati. E ogni anno, un tema per cui battersi: la pace, i diritti umani, il rispetto ambientale, l’uguaglianza sociale, la solidarietà tra i popoli. Perché la libertà (di correre) non sia un privilegio di pochi.
La manifestazione, giunta alla 34esima edizione, è stata presentata ieri a Palazzo degli Anziani dagli assessori allo Sport Andrea Guidotti e alla Partecipazione democratica Stefano Foresi, insieme all’attuale e al past presidente UISP territoriale, Roberta Rossi e Giovanni Barone. Sia gli amministratori che gli organizzatori hanno sottolineato la «valenza non solo sportiva dell’evento, ma anche di aggregazione sociale e di benessere psicofisico, tutti benefici prodotti dal correre insieme». Per entrambe le corse, competitiva (km.12) e ludico-motoria (km. 4,5), il ritrovo sarà allo Stadio Dorico alle ore 9 con partenza dal Monumento ai Caduti alle 10.30.
Dal punto di vista tecnico, la caratteristica più importante di Vivicittà è la classifica unica, un’innovazione ineguagliata: partenza unica alle 10.30, percorso di 12 km e compensazione finale delle differenze di percorso nelle città in cui si corre. Per informazioni e iscrizioni: www.uispancona.it
IL PROGETTO DEL 2017 – Secondo gli ultimi dati dell’UNHCR, il Libano ospita 1.011.366 rifugiati siriani, la maggior parte dei quali, circa 360.733 vive nell’area più fertile ma allo stesso tempo più povera e meno sviluppata del paese, la Valle della Bekaa. È proprio in questa valle situata nella zona orientale del Paese dei Cedri, che Terre des Hommes opera sin dal 2012 con lo scopo di fornire servizi di assistenza psicosociale ai rifugiati siriani e libanesi che vivono al di sotto della soglia di povertà. Gli effetti più odiosi del conflitto attualmente in corso in Siria da ormai 6 anni hanno avuto ripercussioni tragiche sulla vita dei profughi siriani, in particolar modo dei bambini, i quali hanno subìto traumi emotivi/psichici e/o fisici, talvolta anche in modo irreversibile. Il dolore vissuto, l’incertezza del futuro, le difficoltà di inserimento nella scuola pubblica libanese così come l’impossibilità per i loro tutori di avere un reddito, rende i bambini ancora più vulnerabili e facilmente a rischio di sfruttamento, lavoro minorile, violenza e abusi di ogni genere (sessuale, fisico, psicologico, verbale…).
Al momento, sono sei i centri in cui Terre des Hommes fornisce servizi di assistenza psicosociale ai rifugiati che vivono nella valle della Bekaa. Qasr è un piccolo paese situato nell’estremo nord della valle dell Bekaa dove vita sociale, scuole, punti di ritrovo e spazi per giovani e bambini scarseggiano, anzi: non ce ne sono proprio. Per questo motivo, la maggior parte degli abitanti di Qasr si trova costretta a muoversi nella più grande città di Hermel, città che sorge a pochi chilometri di distanza, per qualsiasi motivo: gli adulti per portare i figli a scuola, i ragazzi per giocare a pallone o per potersi ritrovare uno spazio che possa rispondere alle loro esigenze. Così, dopo diversi incontri tra il team di TDH Italia e il sindaco di Qasr e, in seguito al successo ottenuto dal training organizzato da UISP in collaborazione con TDH IT nel paese di Jdeideh Fekha lo scorso dicembre, training che fra le altre cose aveva previsto anche la riabilitazione e inaugurazione di un campetto sportivo, si è nuovamente palesata una possibilità di collaborazione tra UISP e TDH IT. Questa volta si costruirà da zero, su uno dei tanti vasti terreni presenti a Qasr, un campetto sportivo ideale per rispondere alle esigenze e alla voglia di svago dei più giovani abitanti del paese al confine con la Siria e dei paesi limitrofi.