ANCONA – C’è una battaglia che si sta consumando in mare, tra i vongolari, per la spartizione dello specchio d’acqua dove poter inabissare il “ferro” per la pesca del mollusco bivalve. Infatti la Regione ha appena prorogato di un anno (fino al 30 giugno 2023) quelli che sono i comprensori ridefiniti dal decreto ministeriale del 2002 e poi rimasti invariati nonostante il ricorso al Tar presentato nel 2009, e vinto, dal consorzio dei vongola dorici.
Lo scenario
La situazione è piuttosto intricata. Ma il pomo della discordia sarebbe il subcomprensorio di pesca, definito appunto nel 2002, che va dal fiume Chienti alle Due Sorelle, in cui all’epoca furono trasferite 25 imbarcazioni del comprensorio di San Benedetto e 19 di quello di Ancona. Ma il ricorso del 2009 avrebbe stabilito che le imbarcazioni doriche potessero fare ritorno nello specchio d’acqua di loro competenza. Mentre quelle di San Benedetto si trovano a pescare ancora in quel subcomprensorio che accorpa una parte di quello anconetano. Insomma, un problema di confini non rispettati secondo i pescatori dorici. E mentre si attende la sentenza definitiva del Tar la Regione continua a prorogare di anno in anno lo status quo.
La rabbia
Il consorzio dei vongolari di Ancona è insorto: «Abbiamo chiesto 3 milioni di euro di danni per ciascuna delle nostre 74 imbarcazioni» sbotta il presidente della Co.ge.vo, Domenico Lepretti che chiede di essere ascoltato dalla commissione regionale sulla pesca. «Vogliamo sederci al tavolo con gli amministratori regionali per redigere insieme la nuova legge in vista della sentenza del Tar» ribadisce Lepretti.
Di tutta risposta, però, la Regione prende tempo e prova a rinviare il discorso. «Se non si trova una soluzione a stretto giro – minaccia Lepretti – mi avvalgo della facoltà di fare un altro subconsorzio nella zona di Pesaro e mandare le mie barche a pescare in quello specchio d’acqua». Dunque la battaglia è appena cominciata e gli animi sono surriscaldati. L’estate è già rovente, ma di seppellire l’ascia di guerra i vongolari dorici non ci pensano minimamente.