ANCONA- Coltivare un sogno attraverso la creazione di una web-radio. È quanto sperimentato da tre studenti del Liceo Scientifico G.Galilei di Ancona, nella fattispecie Elena Moreschi, Alice Barucca e Matteo Burini, che grazie al loro impegno hanno conquistato il secondo premio di euro 5.000 messo in palio dalla Fondazione Cariverona attraverso il bando “Una volta fuori”. L’idea della piattaforma è nata nei mesi di lockdown ed è cresciuta a tal punto che i tre ragazzi sono stati coinvolti dall’Assessore alla Cultura del Comune di Ancona Paolo Marasca nell’ambito digitale della Mole di Ancona.
«Siamo ragazzi diciassettenni e frequentiamo tutti la 4°H del Galilei ad indirizzo umanistico – spiegano i tre giovani – Il progetto ha avuto una condivisione immediata, era tanta la voglia di farci sentire, di avere una parte attiva nella società che ci stava coinvolgendo. Inizialmente puntavamo ad una web-radio scolastica poi, grazie soprattutto all’Assessore Marasca con cui c’è stato uno scambio di mail, abbiamo avuto la possibilità di conoscere il mondo digitale della Mole che è pazzesco. Da cosa nasce cosa, ci hanno parlato di questo bando della Cariverona e tutto è andato bene con questo secondo premio che ci riempie d’orgoglio. Si è puntato ad un prodotto diverso dal solito social dove i ragazzi che scelgono di partecipare creano attivamente con le loro mani. Lo spunto possiamo dire che è arrivato dalla serie “Skam” su Netflix ma cerchiamo quotidianamente di metterci in gioco con argomenti di cui conosciamo poco. Li sviluppiamo con Podcast, live, chiamate, un po’ di tutto insomma. Per gennaio potremmo iniziare a trasmettere».
Quello che prima era un sogno oggi è realtà, con un numero sempre maggiore di ragazzi e ragazze che scelgono di far parte di questo percorso: «Rispetto all’idea iniziale ora è tutto più grande e le responsabilità sono chiaramente maggiori. Vorremmo che tutto ciò diventasse un punto di riferimento per i giovani. Non smetteremo mai di ringraziare professionisti come Marasca, Bigielli, Maggiori e Mangialardo che ci hanno guidato ma anche tutti i giornalisti e addetti ai lavori incuriositi dalla nostra storia. Sognavamo un progetto che permettesse alle idee di ragazzi come noi di infrangere una barriera imposta dalle differenze di età, per questo abbiamo lavorato molto e duramente, anche con l’aiuto di esperti in svariati campi. Ci hanno fatto sentire orgogliosi con i loro complimenti, e lo stesso hanno fatto i professori dopo che siamo tornati a scuola. Sono emozioni dalle quali dobbiamo partire per migliorarci sempre di più».
E se tutto questo, un giorno diventasse un vero e proprio lavoro? «Onestamente non ci abbiamo mai pensato. Non sappiamo dire se questo progetto diventerà qualcosa di più professionale ma finchè avremo idee da sfornare, e non sono poche, andremo avanti. Ci crediamo in questo progetto, la radio aiuta ad arrivare alla conoscenza di sè stessi e degli altri. Ognuno di noi può contribuire al completamento di questo puzzle».