Ancona-Osimo

Da X Factor ad Ancona, in piazza del Papa è l’ora dei Tropea: «Felici di esibirci nelle Marche»

La band milanese ha partecipato alla sedicesima edizione di ‘X Factor’, nel roster di Ambra Angiolini. Il batterista Damiano: «La vostra regione fa sintetizzatori bellissimi, qui le migliori fabbriche musicali italiane»

La band milanese domani ad Ancona (ph credits Filiberto Signorello)

ANCONA – Faranno tappa domani (26 giugno), ad Ancona, i Tropea, la band milanese che ha partecipato alla sedicesima edizione di X Factor, nel roster di Ambra Angiolini. L’occasione? È chiaramente quella dei mercoledì universitari ideati dall’assessore comunale ai giovani e alla notte, Marco Battino.

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L’appuntamento, in piazza del Plebiscito, per tutti piazza del Papa, è alle 21.30. Così, dopo Sofia Cagnetti (clicca qui) e Leonardo (Atarde) Celsi (clicca qui) – due anconetani illustri per aver partecipato rispettivamente ad Amici (su Canale 5) e al Concertone del Primo Maggio – arriva il complesso milanese, nato nel 2017.

Sorti a Milano, la band è composta da Pietro Lupo Selvini (voce), Lorenzo Pisoni (basso), Domenico Finizio (chitarra e voce) e Claudio Damiano (batteria). Insieme, porteranno ad Ancona le sonorità che da sempre li contraddistinge.

«Siamo molto contenti di esibirci nelle Marche. La vostra terra – spiega il batterista Damiano – fa sintetizzatori bellissimi. Nelle Marche – prosegue – ci sono le migliori fabbriche di strumenti musicali d’Italia. Ancona? Ci siamo stati solo di passaggio, ma abbiamo fatto un concerto a Fano e io, personalmente, ho un amico a San Benedetto del Tronto».

Damiano, quale messaggio vorreste passasse grazie alla vostra musica?
«Più che un messaggio, vorremmo che la nostra musica assumesse un valore per qualcuno, magari legata ad un ricordo, ad una sensazione, ad un’esperienza, a una persona».

Siete un riferimento della scena underground grazie alla potenza live e alla capacità di esplorare generi diversi. Quale consiglio dà a un giovane che sogna la musica?
«La curiosità: può sembrare banale, ma non lo è. Bisogna essere curiosi e non lasciarsi prendere solo dalle cose del momento. Se vuoi fare musica, non devi limitarti ad inseguire qualcosa che vedi fare ad altri. In quest’epoca, la musica ci piove addosso, non esiste più la ricerca. Se vuoi fare questo mestiere, va bene il talento, ma la ricerca è fondamentale, tanto quanto la curiosità, l’esplorazione dei vari stili musicali e lo studio. Il talento deve essere trainato da qualcosa di razionale, di concreto».

Se dico «X Factor»?
«Rispondo che è stata una bellissima esperienza, sicuramente non replicabile. Mica si può provare tutti i giorni – scherza – È una cosa fuori dalla realtà, vivi con altre persone, sei sballottato qua e là, poi ci sono le dirette tv che sono davvero impegnative. Dal punto di vista psicologico, è una bella botta, devi essere non dico preparato, però devi essere convinto di ciò che vuoi fare. Non tutti coloro che passano dai talent riescono a proseguire la propria carriera. Benché lo scopo di simili programmi sia lanciare talenti, sono più quelle che stroncano. Allo stesso tempo, però, abbiamo conosciuto persone che ci hanno dato tanto sia sul lato professionale sia sul lato umano. E poi ci siamo esibiti al Forum e al Concertone del Primo Maggio».

Cosa avete imparato in questi sette anni di carriera?
«Che ciò che funziona in tv è la verità. Benché si dica che la tv sia finzione, e per la maggior parte lo è, quando si parla di talent vince sempre la verità».

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