ANCONA – Con il nuovo avvento della zona gialla nelle Marche anche i bar anconetani hanno riaperto i battenti fino all’orario consentito delle 18. Seppur le condizioni generali siano ovviamente migliori di quelle dei giorni scorsi, dove restava consentito solo l’asporto e il delivery, la normalità secondo molti resta ancora lontana da raggiungere. Abbiamo raccolto qualche opinione per meglio renderci conto della situazione con chi esercita quotidianamente l’attività.
L’importanza di aperitivo e cena
Sara Ambrosio, titolare dell'”Amarcord”, accoglie positivamente il cambio di colore sperando in nuovi passi avanti nei prossimi giorni: «Essere tornati gialli è molto importante soprattutto per come abbiamo dovuto affrontare l’ultimo periodo in zona arancione. Non possiamo dire di essere tornati a pieno regime in quanto la mancanza di aperitivo e cena per noi si fa sentire e per questo dobbiamo ritenerci ancora lontani dalla normalità».
Sull’organizzazione del servizio: «Ci siamo attrezzati con i tavoli all’esterno e anche prima abbiamo sfruttato a pieno questa soluzione gradita soprattutto dalla clientela. Servirebbero più controlli perchè non tutti hanno utilizzato le precauzioni necessarie. Controllare meglio potrebbe essere sicuramente una strategia più intelligente rispetto alla chiusura totale».
Lo smart working non aiuta
Per Michele Pieroni di “Bar Pasticceria Dorica” e “Bar Diamond” c’è un aspetto che non aiuta la piena riapertura: «Parlare di pieno regime è molto prematuro. Con lo smart working molta gente è costretta a rimanere a casa, le stesse scuole hanno riaperto a rango ridotto. I gestori lo sanno bene che il guadagno sugli alcolici è tale solo negli orari serali».
E ancora: «Basterebbe pochissimo per far rispettare le regole. Questo non riguarda solo i bar ma anche le palestre e gli altri settori. I tavoli all’aperto sono un’ottima idea ma c’è l’incognita del tempo. Non tutti sono attrezzati».
Un buon inizio ma c’è da lavorare
Il cammino è stato intrapreso e va proseguito. Può essere riassunto così il pensiero di Michele Angelo Zannini dello storico caffè anconetano “Giuliani”: «Questo va considerato un inizio ma attività come la nostra fatturano maggiormente nell’aperitivo, nella cena e nel dopo cena. Con queste riduzioni d’orario le difficoltà dureranno ancora».
Riguardo ai tavoli all’aperto Zannini fornisce un’importante precisazione: «Il grande problema è che attualmente le norme locali che regolano i dehors non ci consentono di poter creare una struttura che protegga la nostra clientela dalle condizioni meteo che purtroppo in un periodo invernale creano situazioni di disagio. Quanto al resto dico che i nostri locali sono stati messi in sicurezza, sanificati continuamente e attrezzati per rispondere al meglio alle esigenze di questa pandemia. In sostanza basterebbe controllare che tutti lo abbiano fatto invece che chiudere».