FERMO – L’agricoltura come risposta alla crisi. Se ne è discusso questa mattina all’interno del contenitore di Tipicità Special Edition del Fermo Forum con il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini. L’emergenza sanitaria ha portato con sé anche quella economica e da quest’ultima la Coldiretti è riuscita comunque a reagire con uno sguardo che già si proietta al futuro e al dopo pandemia.
«Il settore, come tanti altri mercati, è stato minato dalla crisi di questi mesi ma Coldiretti non ha perso l’occasione per mostrare vicinanza ai produttori e le aziende agricole hanno avuto la capacità di affrontare questo difficile periodo vivendolo e interpretandolo al meglio – ha detto il presidente di Coldiretti Marche Maria Letizia Gardoni -. Penso a esempio a Campagna Amica che ha attivato le consegne a domicilio facendo arrivare direttamente nelle case delle persone i prodotti della nostra terra».
«Abbiamo lavorato a stretto contatto con la giunta regionale e in particolare con l’assessore all’agricoltura Mirco Carloni e con l’assessore al bilancio Guido Castelli per sostenere con misure ad hoc le aziende che hanno subito un arresto economico – ha spiegato la Gardoni -. Come Coldiretti siamo riusciti a portare alle nostre aziende risorse per 6 milioni di euro e ci siamo battuti per gli allarmi sollevati dal florovivaisti, che hanno potuto aprire, o dagli agriturismi che sono riusciti a poter fare le consegne a domicilio e che rappresentano una parte viva della ristorazione del nostro territorio».
Però nonostante la forza di reagire i dati parlano di 29mila ore di cassa integrazione nel settore agricolo nei primi nove mesi del 2020 contro le zero ore dello scorso anno. «C’è necessità di rimettere in moto tutta la dinamica dei mercati interni ma anche internazionali perché tutte le aziende hanno dei rapporti vitali – ha concluso la presidente regionale di Coldiretti -. Per il 2021 siamo pronti a rivedere i modelli di produzione e i nostri stili di vita consci di quanto questa emergenza ci ha insegnato».
Ed è stato proprio il presidente nazionale Ettore Prandini a tracciare la strada per il futuro. «Le produzioni biologiche sono il fiore all’occhiello del nostro paese e molto possiamo fare in questo comparto che è di grande interesse soprattutto per i giovani in vista del ricambio generazionale – ha spiegato -. Noi stiamo investendo nei giovani e nell’innovazione per portare il nostro paese a distinguersi rispetto ad altri».
È necessario poi «un confronto costante con il Governo per sostenere l’offerta di prodotto e di cibo partendo dalla ristorazione; i cuochi sono i nuovi ambasciatori per quanto riguarda l’agroalimentare e la distribuzione del cibo in tutto il mondo – ha continuato Prandini -. Servono poi sgravi fiscali perché ci sono molti settori in difficoltà soprattutto in questo periodo dell’anno che per molte aziende rappresenta il 40% del fatturato annuo. Superato il Covid dobbiamo capire come conquistare i mercati esteri e la partita importante che ci apprestiamo a giocare la dobbiamo calibrare già da oggi».
Sono necessari poi gli «investimenti nelle infrastrutture soprattutto in quelle aree interne che troppo spesso sono penalizzate. Infine teniamo la barra dritta e valorizziamo l’italianità dei nostri prodotti perché non tutto il cibo è uguale a livello europeo e dobbiamo impegnarci nella lotta alla contraffazione – ha concluso il presidente nazionale di Coldiretti -. C’è infatti purtroppo chi, anche in Europa, si ostina a richiamare l’italianità quando questa però non c’è».
La grande capacità resiliente delle aziende agricole è stata sottolineata anche da Carmelo Troccoli, direttore generale della Fondazione Campagna Amica. «I nostri agricoltori hanno saputo guardare lontano – ha detto – perché in passato ci siamo preparati a rispondere a un qualcosa che non sapevamo cosa fosse ma che oggi conosciamo, purtroppo, molto bene grazie alla progettazione dei mercati degli agricoltori».
«Un fatto che negli ultimi anni ci sta impegnando nella creazione tutta italiana di una rete di mercati coperti che ci hanno permesso di rispondere alla straordinarietà dell’emergenza pandemica – ha spiegato Troccoli – dato che grazie al lavoro incessante della dirigenza tali mercati sono stati riconosciuti dal decreti del Presidente del Consiglio come luogo di distribuzione del cibo e sono quindi rimasti aperti».
«Il futuro quindi esiste e va coltivato nel presente: ci auguriamo di uscire presto dall’emergenza e stiamo già gettando le basi per il dopo pandemia – ha concluso -. Tutto ciò grazie anche alla garanzia da parte dei cittadini che sanno di appartenere a una rete controllata: questo ha permesso di mantenere alto il rapporto con loro».
In conclusione l’assessore regionale all’agricoltura Mirco Carloni ha sottolineato quanto sia importante «rivoluzionare le politiche agricole e azzerare al massimo la burocrazia ribaltando il concetto burocratico a favore dell’agricoltura. Dobbiamo poi migliorare il processo produttivo e la competitività e ridare valore alle filiere passando attraverso una evoluzione – ha concluso -. Tutto ciò centrando la pianificazione europea per cercare di avere nuovi stimoli e spunti».