ANCONA – Ha dedicato la sua elezione a Giulia Cecchettin e alle altre donne vittime di femminicidio (nella Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne), Marco Fioravanti neopresidente Anci Marche. Sulla sua nomina l’Assemblea Elettiva Anci Marche, che si è svolta questa mattina 25 novembre ad Ancona, presso il Polo Montedago dell’Università Politecnica delle Marche, ha raggiunto l’unitarietà. uA coordinare i lavori, a cui hanno preso parte 105 sindaci (anche in rappresentanza di altri 76 colleghi dai quali hanno ricevuto la delega) e numerose autorità, è stato il presidente uscente Paolo Calcinaro sindaco di Fermo, che ha assunto il ruolo di vicepresidente vicario di Anci Marche, insieme al sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo designato vicepresidente aggiunto.
Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno, in un passaggio del suo intervento dopo l’elezione, ha ringraziato «i 124 firmatari del documento a supporto della candidatura che non è stata verso una persona ma verso un modello di amministrazione» ed ha assicurato che «il mandato si caratterizzerà per la condivisione e la collegialità tipica dell’Anci Marche». Il neo presidente Anci Marche ha ricordato di essere nell’Associazione da 14 anni nel corso dei quali, «con vari ruoli vi ho fatto parte attivamente, pronto a confrontarmi ed anzi traendo utili spunti da idee anche diverse».
Il neopresidente Anci Marche ha garantito il suo impegno «insieme a tutti i colleghi sindaci» in direzione della «messa in sicurezza dei territori colpiti dalle calamità naturali: dal sisma alle alluvioni, passando per le forti nevicate degli anni passati e le frane». «Lavoreremo – annunciato – su strutturati piani di prevenzione dei Comuni a rischio sismico o dissesto idrogeologico, con uno sguardo che parte dalle zone costiere e arriva alle aree dell’entroterra». «Anci Marche sarà sempre motore propositivo nei confronti delle Province e della Regione Marche per tutte le questioni che afferiscono ai comuni per il superamento delle molte emergenze che hanno colpito il nostro territorio» a parire dal sisma, ha detto rimarcando il «prezioso lavoro» del Commissario alla Ricostruzione Guido Castelli, fino a tutti gli altri «dossier aperti»
Tra le priorità delineate da Fioravanti, nell’ambito di «un dialogo costante con la Regione Marche e l’Anci Nazionale» gli investimenti infrastrutturali che ha definito fondamentali «per favorire una crescita turistico-economica dei nostri territori. Il ruolo di ciascun sindaco sarà determinante: la voce dell’Anci Marche sarà unica e collettiva, ma partirà dalle specifiche esigenze delle nostre comunità». La sfida sarà anche quella di contrastare lo spopolamento dell’entroterra, «ci impegneremo a prorogare la sospensione delle quote capitali dei mutui e a stabilizzare i lavoratori precari impegnati nella ricostruzione.
Tra i vari progetti, figura anche quello di eliminare il limite di mandato per i sindaci dei Comuni fino a 5mila abitanti e la possibilità di un terzo mandato per i sindaci dei Comuni fino a 15mila abitanti – ha spiegato-. Lavoreremo, infine, su un nuovo progetto di comunicazione, che sia in grado di rilanciare il brand Anci Marche. Visione, condivisione, collaborazione e partecipazione attiva – ha concluso – saranno le parole d’ordine che guideranno questo nuovo percorso: io sarò il Presidente, ma tutti insieme lavoreremo per migliorare sempre più il tessuto sociale, economico e umano della nostra fantastica regione». Nel corso dei lavori assembleari si sono susseguiti gli interventi del sindaco di Pesaro Matteo Ricci, del sindaco di Urbino Maurizio Gambini e del sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo.
Il neo vicepresidente vicario Anci Marche, Paolo Calcinaro ha detto «ho sempre visto e vissuto l’Anci come una grandissima risorsa per la nostra regione, auspico di portare avanti delle direttrici: quella della collegialità», della «trasversalità» e della «continuità». «Noi sindaci – ha detto – dobbiamo fare massa critica, altrimenti rischiamo di non pesare».
Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, parlando a margine con i giornalisti, ha spiegato «da tre anni a questa parte facciamo quotidianamente una programmazione di assemblee che periodicamente vengono realizzzate sul territorio: lo abbiamo fatto con il Covid, con le infrastrutture, lo facciamo per la sanità, per la legge del governo del territorio, per le riforme, perché riteniamo che il coinvolgimento diretto dei sindaci, che a loro volta possono coinvolgere i cittadini, le associazioni e tutte le parti che ritengono, può diventare nella filiera istituzionale un valore aggiunto e restituire senso alle istituzioni, senso di comunità, ma anche una visione che è quella che cerchiamo di realizzare per il rilancio del nostro territorio».
Il rettore dell’Unipm Gian Luca Gregori ha sottolineato «il collegamento in termini di grandi responsabilità» che accomuna il riuolo di sindaco a quello di rettore: «I sindaci hanno grandissime responsabilità – ha detto – e spesso una normativa stringente che non favorisce, capi di azione non facile. Vi posso assicurare che per un rettore è la stessa cosa: abbiamo 2.300 collaboratori, 16mila studenti» e tante sedi, «anche noi abbiamo determinate difficoltà» e «l’Università è un’azienda a tutti gli effetti».
Il sindaco di Ancona, Daniele Silvetti, in un passaggio del suo interventoha sottolineato che «laddove gli enti locali e i sindaci sono armoniosi tra loro e pongono al centro della loro azione politico-amministrativa il bene comune del territorio, allora va da se che non ci sono delle conte da fare in Assemblee come queste, ma momenti da condividere».