Ascoli Piceno-Fermo

Angela Velenosi: «Viaggio ancora con la mappa delle Marche quando incontro buyer esteri»

Un anno di successi per la cantina ascolana, che ha presentato le nuove annate a Roma con un appello: «Non dimentichiamo i territori minori»

Le imprenditrici Angela e Marianna Velenosi

ASCOLI PICENO – Il 2022 si conferma un anno di successi per la Velenosi Vini, cantina di Ascoli Piceno fondata nel 1984 da Ercole e Angela Velenosi, con Paolo Garbini dal 2005. In crescita del 20% i numeri produttivi, con circa 2,3 milioni di bottiglie. Le esportazioni sono in 53 Paesi, in vista poi ci sono anche nuovi investimenti fondiari come l’acquisizione di una decina di ettari vitati nei pressi di San Benedetto del Tronto. Lo ha raccontato Angela Velenosi a Roma, presentando le nuove annate della cantina, in abbinamento ai piatti di Ciro Scaramandella di “Pipero”, ristorante stellato fondato da Alessandro Pipero.

Accompagnata alla presentazione romana dalla figlia Marianna, Angela Velenosi non ha nascosto agli interlocutori la fatica di far conoscere le Marche nei suoi 38 anni di attività di promozione nel mondo. «Viaggio ancora con la mappa delle Marche e dell’Italia quando devo incontrare buyer esteri» ha raccontato, rivolgendo poi un appello ai politici e ai giornalisti italiani: «Non dimentichiamoci dei territori minori e del valore della biodiversità che rende unico, grazie alle tante uve autoctone, il patrimonio vinicolo tricolore».

Un ‘gap’, quella tra le terre del Barolo, Valpolicella e la Toscana e i distretti produttivi da scoprire, misurabile anche nelle quotazioni fondiarie: se a Montalcino le compravendite di terreni toccano quotazioni medie di un milione di euro per ettaro, nelle Marche con 30mila euro si riescono ad acquisire una decina di ettari di vigne. «E’ una vergogna che le uve dei nostri territori siano quotate 35 euro al quintale», ha sottolineato l’imprenditrice marchigiana.

Il Vigneto Marche, ha ricordato Angela Velenosi, con 14mila ettari può produrre complessivamente in un anno circa 800mila ettolitri di vino di qualità. «La nostra viticoltura è esclusivamente in collina – ha detto – e risente di una bella escursione termica, grazie ai Balcani, provvidenziali soprattutto d’estate. Il 70% della produzione è nel Sud del territorio regionale. Un’area vocata che ha sempre mantenuto un ottimo rapporto qualità/prezzo».

Alla Velenosi Vini lavorano 26 addetti, quasi tutte donne, a cui si aggiungono i 12 dipendenti dell’azienda agricola. Il passaggio generazionale è già in atto con i figli Matteo con tre lauree in campo agrario-enologico e Marianna che, dopo la laurea conseguita in Bocconi, segue il marketing aziendale. Dalla cantina proviene una gamma che spazia dalle bollicine metodo classico, al bianco Rêve Offida Docg fino al  best seller di casa Velenosi, il Roggio del Filare Rosso Piceno Doc, e al vino nato durante il lockdown, Ninfa, al debutto con la seconda annata in veste Marche Igt Rosso (qui annata 2020).