ARQUATA DEL TRONTO – Arrivano buone notizie, a sette anni dal sisma del 2016, per il borgo terremotato di Arquata del Tronto e, più in generale, per tutto il Piceno. In questo caso, però, le novità riguardano la ricostruzione di due frazioni ormai disastrate, Capodacqua e Pretare, che risultano tra quelle perimetrate. Un esempio, su tutti, la rete dei sottoservizi, in un contesto morfologico particolare dove occorre una avanzata competenza tecnico-specialistica.
L’accordo
Nasce da questa esigenza la convenzione stipulata da Ufficio Speciale Ricostruzione Marche e la società a partecipazione pubblica Ciip (Cicli Integrati Impianti Primari), che sotto l’egida della struttura commissariale inquadra una serie di importanti interventi da mettere in atto in queste realtà gravemente danneggiate del sisma 2016/2017. L’Usr, in qualità di soggetto attuatore individuato dall’ordinanza speciale numero 40, può infatti avvalersi di strutture delle amministrazioni centrali, regionali e territoriali o delle loro società in house, per mettere in atto azioni contraddistinte da particolari esigenze tecniche come nel caso, appunto, di Pretare e Capodacqua.
Il commissario
«Nella lista di interventi urgenti risultano lavori per un importo stimato di oltre dieci milioni di euro per entrambe le frazioni – spiega il commissario alla ricostruzione Guido Castelli -. Verranno progettati, appaltati ed eseguiti dalla Ciip, con l’Usr che si impegna a finanziare, verificare e monitorare i diversi passaggi. Quello che più mi preme sottolineare, però, è il frutto di questo lavoro sinergico in grado di favorire speditezza in situazioni non semplici. Lavoro sinergico che ha avuto slancio grazie anche alla figura di Giacinto Alati, il presidente della Ciip scomparso qualche giorno fa, e di cui in questa occasione voglio ricordare il grande spirito di collaborazione». «Vogliamo garantire celerità e tempi certi – conferma il direttore dell’Usr, Marco Trovarelli -. La scelta della Ciip è la più opportuna possibile, siamo davanti ad una convenzione che rappresenta il primo passo, una novità atta a garantire soluzioni di livello in luoghi dove è difficile intervenire perché più hanno subito le conseguenze del terremoto».