ARQUATA DEL TRONTO – Il prossimo 24 agosto saranno trascorsi già sette anni dal terremoto che nel 2016 sconvolse e distrusse il borgo piceno di Arquata del Tronto, oltre che buona parte del centro Italia. La popolazione, però, non ha mai mollato e ha fatto il possibile per non abbandonare il proprio paese. Qualcuno, all’indomani del sisma, se ne era andato, soprattutto le giovani coppie, ma in questi mesi in molte sono tornate a ripopolare il territorio.
L’iniziativa
Ciò anche grazie all’iniziativa promossa dall’amministrazione comunale arquatana, guidata dal sindaco Michele Franchi, per contrastare lo spopolamento. Si tratta, in particolare, della riassegnazione delle casette che inizialmente erano state destinate a chi non aveva più un tetto ma che da qualche tempo sono rimaste sfitte. Il tutto, ovviamente, attraverso dei bandi che sono stati pubblicati nei mesi scorsi. In molti casi, in realtà, i termini sono già scaduti, ma a breve verranno riaperti perché altre casette, finalmente, verranno liberate in quanto numerosi nuclei familiari potranno tornare nelle abitazioni originarie. Ad Arquata, ad esempio, sono cinque le Sae che sono state riassegnate sulle 211 complessivamente presenti nelle varie frazioni. A Montegallo, invece, ne sono presenti in tutto 35 (29 a Balzo e sei a Uscerno): due di queste, rimaste vuote, sono state rimesse a bando, mentre una è stata lasciata a disposizione, dal Comune, per quei dipendenti che invece arrivano da fuori provincia e, spesso, hanno bisogno di un appoggio. Sono ancora tutte occupate, invece, le sei casette presenti nel comune di Acquasanta e le sette unità situate a Force.
Il bando
Per la riassegnazione dei moduli abitativi, come detto, nei mesi scorsi sono stati pubblicati degli avvisi pubblici e, per chi non è stato direttamente danneggiato dal terremoto ma ha richiesto ugualmente la casetta, è previsto il pagamento di un piccolo canone, che nel territorio arquatano varia tra i 54 e i 143 euro al mese, in base alla zona, alle dimensioni della Sae e al reddito degli inquilini. «L’obiettivo è sicuramente quello di richiamare tante persone sul territorio – conferma il sindaco Michele Franchi -. Fortunatamente, grazie alla velocizzazione delle pratiche impressa dal neocommissario Guido Castelli, si stanno vedendo importanti risultati e molte famiglie stanno, a mano a mano, rientrando in quelle abitazioni nelle quali sono terminati i lavori di ricostruzione. Di conseguenza, alcune casette sono rimaste vuote e abbiamo deciso di riassegnarle, tramite bando, nella speranza di aiutare chi se ne era andato subito dopo il sisma o chi beneficia del Cas ma vuole tornare ad Arquata. A breve – conclude il sindaco – si libereranno altri moduli ed emaneremo un ulteriore bando entro l’estate. Tante le richieste che sono arrivate, quasi duecento, soprattutto da parte delle giovani coppie e da chi ha rinunciato al contributo per l’autonoma sistemazione».