ASCOLI – Si chiude questa sera “Marrone che passione” la sagra autunnale che si svolge a Trisungo di Arquata del Tronto, caratterizzata dalla tipicità, dal calore della montagna tra vin brulè, castagne e vino cotto. Tanti gli stand che anche quest’anno hanno deciso di partecipare offrendo ai tanti visitatori l’opportunità di provare ed assaggiare i diversi prodotti tipici.
A distanza di sei anni, la festa rappresenta il simbolo della rinascita e della ripresa di tutti quei territori colpiti dal terremoto che il 30 ottobre del 2016 distrusse il capoluogo di Arquata e le diverse frazioni. “Marrone che passione” rappresenta lo spirito di una terra che trova ancora la forza nelle tradizioni. Basti pensare che la festa è ripartita subito nel 2017 e poi bruscamente interrotta a causa delle pandemia.
Tanti gli appuntamenti in programma in questa calda domenica di fine ottobre a partire dell’apertura dei diversi stand e la presentazione della guida escursionistica “I sentieri di Arquata del Tronto” a cura dell’associazione Arquata Potest.
Spazio anche al folklore con la musica popolare marchigiana dei “Li Carrajat”, alle 14 Gianluca Lalli in Rino Cantando mentre alle 16 deekay Faustino.
All’apertura della 27° edizione di “Marrone che passione” ha partecipato anche il commissario straordinario alla ricostruzione, Giovanni Legnini: «Queste terre hanno pagato un conto altissimo, 299 vittime, migliaia di sfollati, 23 mila dei quali beneficiano ancora dell’assistenza, 30 miliardi di danni al patrimonio immobiliare, ma si stanno rialzando – ha dichiarato -. Ripercorrendo quelle stesse strade che la notte di sei anni fa erano impraticabili a causa delle macerie e delle frane, finalmente oggi possiamo vedere migliaia di cantieri della ricostruzione, che continuano ad aprire nonostante le perduranti difficoltà del mercato edilizio».
Il 31 dicembre scadrà il mandato conferito a Legnini e il nuovo governo dovrà pronunciarsi. Sul tavolo diverse ipotesi: proroga dell’incarico, un nuovo Commissario o chiusura della struttura commissariale.
di Elena Minucci