ASCOLI – Continua il braccio di ferro tra l’Area Vasta 5 di Ascoli e gli operatori sanitari che non vogliono vaccinarsi. Già tra giugno e luglio la direzione aveva inviato le prime raccomandate ad almeno mille dipendenti, per chiedere loro di adeguarsi alla normativa che impone l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario. Ma altre lettere sono state inviate anche successivamente, per rispondere alle richieste di chiarimenti e informazioni che una parte dei dipendenti degli ospedali di Ascoli e San Benedetto ha nel frattempo spedito alla stessa direzione generale dell’Av5.
Situazione ancora in evoluzione
«La situazione è ancora in evoluzione – spiega Claudio Angelini, direttore del Servizio di Igiene e profilassi – e le risposte che abbiamo ricevuto sono state molto variegate. Alcuni hanno inviato delle diffide, altri hanno detto di aver fatto la prima dose, altri ancora di volere maggiori dettagli sulle normative che riguardano l’obbligo e qualcuno ci ha fatto pervenire solo un’autocertificazione. Noi nel frattempo – sottolinea Angelini- abbiamo inviato altre lettere di sollecito, ricordando che ci si può esentare dalla vaccinazione solo in presenza di un certificato medico che attesti la pericolosità del prodotto per l’individuo in questione: non c’è altra maniera».
Rischio sospensione o cambio di mansioni
Insomma un quadro molto ingarbugliato e complicato da gestire per la direzione sanitaria dell’Area Vasta 5, che comunque ha ottenuto fino ad ora di ridurre almeno una parte del personale senza copertura vaccinale anticovid. Per gli altri, alcuni centinaia di sicuro – tra infermieri, oss e medici – si valuterà caso per caso, in base alla posizione lavorativa e clinica di ognuno.
Poi comincerà la fase successiva, che riguarderà le eventuali sospensioni dall’incarico o il passaggio ad altre mansioni o funzioni all’interno dell’apparato dell’Asur. Ma, a questo punto, oltre il datore di lavoro saranno coinvolti anche gli Ordini professionali di riferimento. Per il momento comunque, non sono stati presi provvedimenti nei confronti di dipendenti delle varie strutture del territorio, che ancora non si sono vaccinati.
Riprese le consegne di prodotti Pfizer
Ieri (2 agosto) intanto, piccola polemica perchè nei due hub vaccinali del Piceno alcuni residenti che dovevano sottoporsi alla seconda dose sono stati rimandati a casa per mancanza del prodotto (Pfizer in particolare). «Si è trattato di un problema organizzativo – afferma Angelini – non certo di ordine sanitario.» Altre fonti dell’ospedale di Ascoli spiegano comunque che le consegne sono state poi svolte nelle ore successive, e le procedure ora sono in fase di riavvio. Con somministrazioni che sono slittate solo ai giorni di mercoledi e giovedi.