ASCOLI – Crescono le richieste di alloggi popolari ad Ascoli. E questo per l’effetto combinato della crisi economica e occupazionale degli ultimi anni, e dell’impatto delle norme sul covid che hanno lasciato senza reddito o con entrate molto ridotte centinaia di residenti. Nell’ultimo bando, le domande per ottenere l’assegnazione di una casa a condizioni di canone agevolato risultano essere 377, il 30% in più di quelle della procedura di 3 anni fa (256).
Una situazione che se non è ancora di emergenza, segnala comunque un disagio sociale in aumento, e che sta mettendo in grande difficoltà decine di nuclei familiari che appartengono alle fascie deboli e non hanno abitazione di proprietà.
Il Comune di Ascoli sta correndo ai ripari per affrontare il problema, ed oltre a formare a breve la graduatoria per gli alloggi popolari, sta predisponendo diversi interventi. Tra questi la costruzione con l’Erap, nel quartiere di Pennile di Sotto di 50 appartamenti che dovrebbero essere completati entro due anni. Poi c’è anche l’approvazione recente dell’atto propedeutico per la gara d’appalto per la futura realizzazione di altri 20 case nella zona di Monticelli, sempre da assegnare a persone e nuclei che si trovano in condizioni di emergenza economica.
Quanto all’ultimo bando per gli alloggi popolari, l’assessore ai Servizi sociali Massimiliano Brugni ricorda che potranno essere soddisfatte 290 famiglie della città, da individuare in base alle fascie di reddito e alla situazione complessiva di ognuna di loro: «Metteremo in campo, ci auguriamo entro marzo – spiega Brugni – una somma di 400mila euro in totale, dei quali 60mila sono stati stanziati dal Comune di Ascoli e il resto vengono da fondi regionali. Ma stiamo predisponendo una serie più ampia di politiche attive che non riguardano solo il sostegno agli affitti, ma anche altre misure per i cittadini che non hanno risorse sufficienti per vivere con dignità o sono rimasti senza lavoro».
Un impegno dunque a tutto campo, in uno scenario sociale reso ancora più difficile da affrontare a causa dei divieti governativi per il covid, che hanno fatto scivolare in una zona di povertà relativa anche molte famiglie che prima non vi erano comprese, e che spesso gestivano piccole attività o commerci nel capoluogo piceno e nelle sue frazioni collinari. Con la Regione Marche costretta anche a fornire supporto per coprire le morosità non colpevoli nel pagamento del canone abitativo, in particolari casi di emergenza.
C’è da sperare dunque che almeno questa ultima crisi sanitaria venga superata presto per tornare a dare fiducia alla città e ai suoi abitanti, investiti dagli effetti della delocalizzazione industriale e poi, seppur marginalmente del terremoto del 2016.