Ascoli Piceno-Fermo

Ascoli, due dipendenti della Provincia indagati per sospetta corruzione e truffa: sequestrati i conti correnti

Nel mirino della magistratura un funzionario, già sospeso dall'incarico, e una impiegata nell'ente. Danno all'Erario per 195mila euro

ASCOLI – Sequestrati i conti correnti di due dipendenti della Provincia di Ascoli. Il provvedimento è stato eseguito dalla guardia di finanza su disposizione del gip del Tribunale piceno. L’ipotesi di reato è quella di sospetta corruzione, ma anche abuso d’ufficio e truffa aggravata finalizzata a favorire una ditta privata che aveva ottenuto appalti dall’ente provinciale. I due indagati sono un dirigente, già sospeso dall’incarico e dalle funzioni, ed una dipendente pubblica trasferita ad altro incarico.

Nei loro confronti e in quelli di un privato sono stati eseguiti sequestri preventivi di denaro dai conti correnti per complessivi 13mila euro. Si tratta di una somma che gli inquirenti ritengono sia il “prezzo” della corruzione.

«Le indagini erano scattate alcuni mesi fa – ricorda il colonnello Michele Iadarola, comandante provinciale della guardia di finanza di Ascoli – a seguito di segnalazioni che erano pervenute alle autorità. Naturalmente al momento si tratta di dipendenti pubblici che sono solo indagati per le ipotesi di reato loro contestate, e non altro. Il procedimento penale in corso accerterà quale siano le responsabilità concrete».

A quanto si apprende, sembra che la posizione del funzionario coinvolto nelle indagini e già sospeso dallo stipendio, sia più grave rispetto a quella della dipendente che è finito nel mirino della magistratura. Anche perchè, secondo gli inquirenti, il dirigente della Provincia aveva nel suo ruolo contatti con diverse società e ditte private operanti in vari settori. Ma tutti gli aspetti della vicenda devono ancora essere chiariti.

Le fiamme gialle, in relazione al caso di presunta corruzione, ha poi fatto emergere profili di responsabilità contabile che hanno accertato un danno all’Erario per 195mila euro. Tale aspetto è stato segnalato alla Procura della Repubblica.