ASCOLI – Ascoli è già proiettata alle elezioni della primavera del 2024, quando si rinnoverà la giunta comunale. A maggio, infatti, scadrà il mandato del sindaco Marco Fioravanti, il quale sicuramente si ricandiderà con il sostegno di tutto il centrodestra e di tante liste civiche. Con ogni probabilità, sarà l’unico candidato di quella parte politica, così come anche il centrosinistra si presenterà unito, rispetto al passato, all’appuntamento elettorale.
La scelta
Da qualche tempo, sotto le cento torri, è partito il progetto del ‘Cantiere Riformista’, che raggruppa dieci forze politiche: dal Pd al Movimento Cinque Stelle, dai socialisti alle liste civiche. Tutti uniti per contrastare il dominio del centrodestra e per rappresentare una valida alternativa proprio a Fioravanti. A nove mesi, circa, dalle elezioni, lo stesso ‘Cantiere’ avrebbe scelto il nome del candidato alla carica di primo cittadino. Si tratta di Emidio Nardini, cardiologo in pensione, che fu candidato sindaco anche nel 2019 per la lista ‘Ascolto e Partecipazione’, ma ottenne poco meno del 10 per cento delle preferenze. All’epoca, però, il centrosinistra e i grillini presentarono, in tutto, tre aspiranti e il voto fu piuttosto frammentato. Il precedente risultato, quindi, non fa molto testo in ottica futura.
La polemica
La scelta di Nardini, però, non piace proprio a tutti. Infatti, una parte del ‘Cantiere Riformista’ ha storto già il naso. «I civici e riformisti – si legge in una nota della lista che a novembre ha inglobato tra le altre Italia Viva e Polo di Centro –, dopo una attenta analisi dei fatti avvenuti nei giorni scorsi, rinviano qualsiasi scelta in merito alle prossime elezioni amministrative al prossimo mese di settembre. Ritenuto che si debba parlare prima dei temi della città che dei candidati, i civici e riformisti non parteciperanno ai prossimi incontri del cantiere riformista. Invitiamo per l’ennesima volta il Pd a tenere conto delle questioni cittadine rispetto alle questioni di partito. Siamo a disposizione per il bene della città senza posizione di subalternità. Se si pensa di relegare il centro a un ruolo di gregari lo riteniamo un grave errore. I nostri valori non sono in vendita».