Ascoli Piceno-Fermo

Ascoli, fedeli in marcia contro il cambio del cappellano

Don Francesco Simeone farà ritorno, nei prossimi giorni, alla diocesi di Taranto, dopo anni vissuti al servizio dell'ospedale

Don Francesco Simeone

ASCOLI – Il cambio del cappellano al Mazzoni di Ascoli diventa un caso. A tutti gli effetti. Ormai da un mese, infatti, è noto che don Francesco Simeone farà ritorno, nei prossimi giorni, alla diocesi di Taranto, dalla quale partì sette anni fa per spostarsi nel Piceno. Al suo posto monsignor Gianpiero Palmieri ha scelto l’ormai ex parroco di Roccafluvione, don Francesco Mangani. Una decisione, questa, che non è andata giù ad alcuni operatori sanitari e ad alcuni fedeli, che già ai primi di novembre promossero una raccolta firme online da sottoporre al vescovo per far sì che potesse tornare sui suoi passi confermando don Francesco Simeone. Poi, venne affisso uno striscione fuori dal Mazzoni, inneggiante allo stesso sacerdote. Ora, è stato organizzato addirittura un corteo.

L’appello

«La comunità ascolana è invitata a partecipare a una marcia pacifica in sostegno di Don Francesco Simeone, cappellano dell’ospedale – si legge in un sms diffuso da alcuni fedeli e operatori sanitari -. La sua presenza è stata per noi fonte di ispirazione e guida spirituale e desideriamo manifestare a lui il nostro sostegno e la nostra benevolenza. Tanto ha fatto per i malati, i parenti, i dipendenti ospedalieri e per tutta la comunità ascolana. Per questo siete invitati a partecipare alla marcia pacifica l’8 dicembre, con partenza alle 9.30 dalla sbarra dell’ospedale Mazzoni e l’arrivo a piazza Arringo. Ci si può aggregare anche durante il percorso – prosegue il messaggio -. Attraverseremo Monticelli, passeremo davanti la questura e a corso Vittorio Emanuele fino ad arrivare davanti la cattedrale. Vogliamo ringraziare Don Francesco per la sua gratuità e il suo amore incondizionato nella testimonianza del Signore e dimostrargli tutto il nostro affetto, lo merita davvero. La vostra presenza è fondamentale per dimostrare la forza della nostra comunità e il nostro impegno per il bene comune».