Ascoli Piceno-Fermo

Ascoli, flop del Movimento Cinque Stelle: Ballatori lascia

I pentastellati non sono andati oltre il 3 per cento, con soli 809 voti che non sono serviti per avere almeno un rappresentante in consiglio

Il Movimento Cinque Stelle ascolano. Feliziano Ballatori è il primo a destra

ASCOLI – Un vero e proprio flop, quello a cui è andato incontro il Movimento Cinque Stelle nelle ultime elezioni comunali ad Ascoli. I pentastellati, infatti, che appoggiavano il candidato sindaco di centrosinistra Emidio Nardini, non sono andati oltre il 3 per cento, con soli 809 voti che non sono serviti per avere almeno un rappresentante in consiglio. Di conseguenza, questo può essere sicuramente considerato il punto più basso nella storia del Movimento sotto le cento torri, tanto che il capolista Feliziano Ballatori ha deciso di mollare tutto. E lo ha fatto attraverso una lettera.

Il commento

«La sconfitta, anzi il grande tonfo, delle elezioni comunali dell’8 e 9 giugno mi ha portato a reputare terminata la mia attività politica con il Movimento Cinque Stelle – spiega Ballatori -. Dopo dodici anni penso che sia arrivato il momento di chiudere questo percorso di vita. Mi reputo responsabile sia del pessimo risultato del Movimento che del mio personale. Ho avuto l’arroganza e la debolezza di accettare qualcosa su cui non ero assolutamente d’accordo. Questa mio comportamento ha provocato la perdita dei nostri consensi passati dall’11 per cento di cinque anni fa a poco più del 3 per cento di quest’anno. Tutto questo è stato veramente terribile. Questa autocritica dovrebbero farla anche altri del Movimento coresponsabili di quello che è successo. Mi restano solo il ricordo di aver lottato e favorito la bonifica della Carbon insieme all’allora onorevole Cataldi e alla grande disponibilità del generale Vadalà – conclude Ballatori – e di essere quasi riuscito ad istituire la scuola di specializzazione universitaria insieme all’allora presidente del Cup, l’avvocato Achille Buonfigli, progetto naufragato solo per le improvvise dimissioni dell’allora ministro Lorenzo Fioramonti».

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