ASCOLI PICENO – L’ultimo intervento è la proroga al 31 dicembre delle domande per l’accesso al Servizio di assistenza domiciliare per gli anziani over 65 e non autosufficienti. Riguarda non solo la città di Ascoli ma anche i comuni del comprensorio locale, ricadenti nell’Ambito territoriale sociale XXII. Il servizio socio-assistenziale in questione riguarderà 40 persone residenti nella zona, ma nel capoluogo le attività per rispondere ai bisogni degli anziani e delle categorie più fragili sono molte.
Lo stesso Sad (Servizio assistenza domiciliare) del Comune piceno stanzia regolarmente 180mila euro annui per altri 40 anziani di Ascoli che hanno bisogno di aiuto concreto.
E a questi – per restare alle persone non autosufficenti – sono da aggiungersi altri 110 “assegni di cura” di cui beneficiano le famiglie che devono gestire questa situazione difficile per un loro parente.
Le cifre sono fornite dall’Assessorato ai Servizi sociali del comune ascolano, che deve affrontare una situazione sempre più complessa e impegantiva dal punto di vista dell’aumento non solo delle richieste di assistenza sanitaria ma anche dei bisogni delle fascie deboli della popolazione scivolate progressivamente nel baratro della povertà.
«Il quadro era già difficile prima del covid – conferma l’assessore Massimiliano Brugni – ma è chiaro che con questo nuovo problema i casi di cittadini e famiglie che hanno necessità di sostegno economico ed anche psicologico, sono cresciuti. Già nel novembre 2019 – ricorda Brugni – avevamo attivato il Tavolo di contrasto alla povertà, al quale partecipano 26 associazioni di volontariato, molte sotto l’ombrello del Pas, il Polo di accoglienza e solidarietà. Ed è grazie a questa vasta rete presente in città, che si è riusciti fino ad ora ad attenuare gli effetti della pandemia di quest’ultimo anno, che ha peggiorato le condizioni di tante famiglie residenti, rimaste senza reddito o contributi».
Da qui anche le iniziative della distribuzione dei buoni alimentari ai nuclei più bisogni, con 270mila euro stanziati in primavera ed altri che verrano messi in campo a dicembre, nel secondo bando.
A questi interventi, il Comune ha aggiunto il programma dei “Pacchi alimentari per Natale”, che dovrebbe coinvolgere 650 famiglie della città, mappate già dall’Assessorato in base ai redditi e alle necessità concrete. Un cifra, questa di 650 nuclei locali che la dice lunga su quella che se non è un’emergenza povertà ci va certo molto vicino, considerando il numero di abitanti ( sotto i 50 mila ormai) e la forte disoccupazione causata dalle delocalizzazioni industriali degli ultimi anni (20 mila persone almeno) e dall’impatto sul commercio e i servizi, in particolare del centro cittadino.
Con le norme sul covid che hanno aggravato il quadro generale, tanto che la mensa della Zarepta presso il Pas è passata a distribuire ormai 80 pasti al giorno, dai 10 che erano al momento dell’attivazione.
«Noi lavoriamo da tempo per affrontare i problemi più urgenti dei residenti più fragili e deboli – sottolinea l’Assessore ai servizi sociali – sia sul piano degli interventi diretti presso le famiglie (assistenza sanitaria, per la spesa od altro) sia su quello della partecipazione a bandi regionali e nazionali che stanziano risorse per questo settore. Ma è evidente che il contesto economico-sociale è in sofferenza ed occorrerà aumentare l’impegno per rispondere alle richieste esistenti. A tutto ciò – conclude Brugni – c’è da ricordare che la crisi legata al covid ha provocato anche ferite psicologiche rilevanti sulle persone più in difficoltà, e di questo bisognerà tener conto nel futuro».