ASCOLI – Lo scorso 11 settembre, lungo la strada Bonifica, al confine tra Marche e Abruzzo, era rimasta coinvolta in un violento schianto. Ora, dopo sette mesi di coma trascorsi in ospedale a Giulianova, è arrivata la tragica notizia della morte di una sessantenne, residente a San Benedetto del Tronto, ma di origine tunisina. La donna era all’interno di una Peugeot parcheggiata a bordo strada, in territorio di Ancarano, quando contro il veicolo fermo è andata a sbattere un’altra auto, una Fiat Stilo condotta da un ascolano 34enne che ne aveva perso il controllo.
Le indagini
Il giovane all’epoca venne indagato per lesioni personali gravissime e dopo il decesso della donna l’imputazione è diventata di omicidio stradale aggravato dalla guida senza patente, dalla velocità elevata e dallo stato di ebrezza: rischia una pena da 8 a 10 anni di carcere. L’uomo, lievemente ferito, venne sottoposto ai classici test per verificare la presenza di alcolici o droghe. L’esito fu negativo per le sostanze, ma di poco positivo per l’alcol. Nei suoi confronti venne immediatamente elevata una multa di 5.500 euro in quanto la sua patente gli era stata sospesa per guida in stato di ebrezza e lui si era invece comunque messo alla guida senza attendere la fine della sospensione, che sarebbe scattata due giorni dopo. Quella sera stava tornando da Acquasanta Terme verso San Benedetto, ma proprio perché sprovvisto di patente aveva deciso di non percorrere la superstrada, preferendo la Bonifica. Qualcosa è però andato storto, poiché ha perso il controllo della sua auto finendo contro quella con a bordo la nordafricana che dopo sette mesi di agonia è morta. Il suo difensore, l’avvocato Umberto Gramenzi, parteciperà domani all’autopsia che verrà effettuata sul cadavere della 60enne.