ASCOLI- Manca ancora l’arma del delitto usata per uccidere venerdì scorso (15 gennaio) ad Ascoli Franco Lettieri. Un coltello che le forze dell’ordine stanno cercando in tutto il centro storico della città, anche se ora sembra stiano concentrando la loro attenzione al fiume Tronto. Il luogo dove è avvenuto l’omicidio infatti, tra le strette rue medievali del capoluogo piceno, è a poche decine di metri dal corso del fiume che attraversa Ascoli.
E proprio vicino a via dei Soderini si trova anche un antico ponte romano, dal quale gli inquirenti presumono l’autore dell’aggressione mortale abbia lanciato il coltello nelle acque del Tronto. Le ricerche dell’arma del delitto sono riprese in forze questa mattina, lungo le sponde del fiume, ma ancora non hanno dato esito.
Dall’autopsia effettuata sul cadavere di Franco Lettieri, 56 anni, ex pentito di Camorra che viveva ad Ascoli da 5 anni, sembra che le coltellate inferte dall’assassino siano state almeno 5. Una di queste potrebbe aver provocato il decesso. Accusati dell’omicidio sono un muratore rumeno di 57 anni e suo nipote, un ragazzo di 17 anni. Secondo il legale del muratore, il suo assistito non sarebbe l’esecutore materiale dell’omicidio.
Il giovane per ora è indagato per concorso in omicidio, anche se la Procura di Ascoli riterrebbe che sia stato lui a colpire mortalmente la vittima, dopo una violenta lite. Ma non ci sono prove e riscontri ufficiali di questo. Le indagini intanto proseguono in ogni direzione. Entrambi gli indagati restano in carcere.