ASCOLI – Otto cellulari. Questo quanto intercettato, nel carcere di Ascoli, al Marino del Tronto, dalla polizia penitenziaria. I telefoni erano destinati ad un detenuto ad “alta sicurezza”. Si tratta di un uomo di origini siciliane, il quale ha però dichiarato di non conoscere il mittente. A darne notizia è stato direttamente il segretario regionale della Uilpa Marche, Leonardo Rago. Decisivo l’intuito dell’agente in servizio al controllo dei pacchi che, durante la consueta verifica su quelli in entrata, è stato insospettito da uno destinato ad un detenuto.
«Dopo un più accurato controllo e grazie sicuramente all’esperienza e perspicacia del collega – spiega Rago -, all’interno del pacco, naturalmente ben celati, sono stati rinvenuti ben otto telefoni cellulari corredati da relative Sim ed addirittura forniti del chiavistello per inserirle, pertanto pronti per essere utilizzati». Insomma, ancora una volta la macchina della sicurezza, al carcere del Marino del Tronto, ha funzionato.
I precedenti
Sono continui, comunque, i tentativi di far entrare all’interno del carcere ascolano oggetti non autorizzati, se non addirittura droga. Chiaramente l’oggetto più ambito è il telefonino col quale i detenuti vorrebbero comunicare con l’esterno e non solo per parlare coi familiari più liberamente, ma anche per continuare a gestire i loro traffici illegali, pur restando detenuti. Un altro “ritrovamento” del genere, ad esempio, avvenne nell’aprile scorso. Gli agenti della polizia penitenziaria intercettarono, in quella occasione, un microtelefono. Lo trovarono durante una perquisizione in una cella del reparto di media sicurezza, dove erano stati collocati alcuni detenuti provenienti da Marocco, Tunisia e Germania. Nel dicembre del 2021, invece, gli agenti intercettarono un pacco sospetto indirizzato ad un detenuto tunisino, che al suo interno nascondeva cinque telefoni cellulari.