ASCOLI PICENO – La Ferrovia Salaria, chiamata anche Ferrovia dei due Mari, è senza dubbio uno degli argomenti più discussi di questo periodo, in quanto se realizzata, rappresenterebbe una via di collegamento tra il Tirreno e l’Adriatico e precisamente tra Roma a San Benedetto del Tronto, passando per Passo Corese, Rieti, Antrodoco e Ascoli.
Più volte progettata e approvata dai diversi governi nel corso della storia, non è mai stata effettivamente realizzata. Pochi giorni fa ad Ascoli è stato siglato un patto tra i sindaci del Centro Italia (Marco Fioravanti per Ascoli Piceno, Daniele Sinibaldi per Rieti, Leonardo Latini per Terni e Pierluigi Biondi per l’Aquila) e i diversi amministratori locali aderenti al Manifesto per la Ferrovia Salaria come il sindaco ascolano e l’assessore regionale, Andrea Maria Antonini, hanno incontrato i vertici di RFI con l’obiettivo di sollecitare l’avvio dello studio di fattibilità per la tratta Ascoli Piceno-Antrodoco per poi passare alla fase progettuale.
Alle loro parole, si aggiungono quelle di Maria Stella Origlia, coordinatrice provinciale di Ascoli di Italia Viva: «E’ stato uno degli argomenti prioritari presenti nelle proposte nell’ultima campagna elettorale sostenuti da Italia Viva alle politiche dello scorso 25 settembre. La Ferrovia Salaria, che collega il territorio piceno alla Capitale, rappresenta un’infrastruttura ormai non più rinviabile per questioni che attengono non solo alla viabilità e al completamento della rete dei collegamenti tra Marche e Lazio, attualmente non proprio eccellenti, visti i disagi e i continui cantieri presenti nel tratto stradale, ma soprattutto un’opera che costituirebbe un reale input di crescita economica e culturale per il Piceno tutto e per la città di Ascoli. Non occorre certo spiegare le ragioni che sottendono ad un possibile volano per lo sviluppo del nostro territorio: l’agevolazione di un percorso sostenibile come il collegamento su ferro, oltre a ridurre significativamente i tempi di percorrenza (oggi tra cantieri e tratti tortuosi si possono raggiungere persino le 4 ore), darebbe la possibilità ai cittadini piceni e non solo di potersi spostare tra l’Adriatico e il Tirreno in tempi quasi dimezzati, con significativi vantaggi per chi per esigenze di lavoro o di studio deve raggiungere la Capitale settimanalmente o anche giornalmente».
Prosegue Maria Stella Origlia: «A questo si aggiungerebbero forti input per l’incremento di flussi turistici che ad oggi si limitano al solo trasporto su gomma. Finché non si accoglie pienamente l’idea che lo sviluppo economico e culturale di un territorio passa anche per la qualità e la quantità dei servizi infrastrutturali e, nella fattispecie, quelli viari, la politica non assolverà in maniera adeguata al proprio compito, ovvero quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini e il loro benessere in termini economici e sociali. Stante le recenti e continue sollecitazioni del Comitato Ferrovia Salaria, attraverso un Manifesto, e considerate le interlocuzioni avviate già tra gli amministratori dei due territori, si ritiene indispensabile un dialogo collaborativo tra tutti i soggetti interessati e tra tutte le forze politiche, finalizzato ad un impegno corale che acceleri la progettazione del tratto mancante Antrodoco-Ascoli e che possa finalmente vedere la luce la realizzazione di una infrastruttura estremamente importante per il Piceno tutto».