ASCOLI – È stata restaurata ad Ascoli la cripta di Sant’Emidio, che si trova all’interno della cattedrale di piazza Arringo. Sabato pomeriggio ci sarà la presentazione ufficiale dei lavori che sono stati svolti in questi ultimi mesi, alla presenza del vescovo Gianpiero Palmieri, del sindaco Marco Fioravanti, delle autorità cittadine e di Mario Tassi, quest’ultimo presidente della Fondazione Carisap, ovvero il soggetto che ha finanziato l’intervento.
L’opera
I tecnici del restauro, Dario Di Flavio e Daniela Lenzi, illustreranno le principali modalità operative del lavoro e i ritrovamenti artistici che portano nuova luce alla storia e alla pittura del nostro territorio. Interverranno il direttore dei lavori, cioè l’architetto Daniele Di Flavio, e gli esperti architetti Michele Picciolo e Maria Elma Grelli. Sarà presente, inoltre, l’ispettore Pierluigi Moriconi della soprintendenza dei beni culturali. Un particolare ricordo sarà dedicato ai compianti don Angelo Ciancotti, che ha fortemente voluto e seguito l’opera di restauro, e a Rino Altero Angelini, responsabile del progetto fino alla sua scomparsa. L’intervento è stato possibile grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno che ha stanziato un contributo di 503.800 euro a valere sulle risorse del masterplan terremoto del piano pluriennale 2017/2019.
L’obiettivo
«Questo restauro – spiega il vescovo Gianpiero Palmieri – ha rivelato i tesori d’arte che la fede del popolo ascolano ha collocato intorno alla tomba di Emidio, colui che ha portato il vangelo e il battesimo nella nostra terra. Emerge negli affreschi restaurati delle volte e delle tombe la grande devozione del popolo a Maria Madre di Dio, ai suoi santi e in particolare a Sant’Emidio, devozione che è espressa dalla luce delle colonne bianche e dai colori degli affreschi. È cancellata per sempre la percezione di una cripta scura e triste, per dare risalto ad un luogo spazioso e vivace, ricco di storia e di vita». «La Fondazione Carisap – prosegue invece il presidente Mario Tassi – conferma la propria vicinanza al territorio, intervenendo sia in ambito sociale e sia nella cultura per valorizzare i luoghi che caratterizzano l’identità, la storia e le tradizioni espressione dell’appartenenza di comunità. L’intervento sostenuto nella cattedrale ha impegnato importanti risorse economiche per ridare vita ad un luogo caro alla storia ed alla religione e per riportare allo splendore opere d’arte e di devozione popolare. Luoghi che ora possono essere rivissuti in tutta la loro bellezza e significato di senso».