ASCOLI – La città di Ascoli ritrova, finalmente, uno dei suoi luoghi più caratteristici. Si tratta dello storico Ponte di Cecco, nel quartiere di Porta Maggiore, per il quale sono terminati da poco i lavori di ristrutturazione e che dunque tornerà ad essere visitabile dopo un lungo periodo di chiusura. Ad annunciarlo è direttamente l’amministrazione comunale, visto che sabato pomeriggio alle 17 si svolgerà la cerimonia di inaugurazione.
Il sindaco
«Uno degli scorci più suggestivi della nostra città ricomincerà ad accogliere cittadini e turisti, ampliando ulteriormente i punti di interesse visitabili nella nostra Ascoli – conferma, con grande entusiasmo, il sindaco Marco Fioravanti -. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare alla cerimonia di apertura, sarà una bella festa. Il ponte era stato chiuso per un problema di sicurezza in quanto le balaustre di protezione rimanevano troppo basse. Con tale intervento, dunque, si è lavorato sul terreno fino a fare riemergere la vecchia pavimentazione, ed è stato installato un nuovo parapetto approvato dalla Soprintendenza che permette di raggiungere i livelli di sicurezza massima».
La storia
Questo ponte è stato erroneamente identificato, per lungo tempo, come un’opera di epoca medioevale. L’architetto e archeologo Giambattista Carducci, infatti, lo ha riconosciuto come sicura costruzione romana dell’età repubblicana, riscontrando affinità di fabbricazione con altri ponti coevi realizzati lungo la strada consolare Salaria. Con molta probabilità questa opera di collegamento tra le due sponde del Castellano era l’uscita orientale della strada Salaria che un tempo attraversava trasversalmente tutta la città di Ascoli. Il ponte attuale è la ricostruzione integrale dell’originario, avvenuta negli anni Sessanta, con l’impiego dello stesso materiale recuperato nelle acque del torrente sottostante. Il vecchio ponte fu distrutto, nel corso della Seconda guerra mondiale, dai guastatori tedeschi il 16 giugno 1944 insieme al Ponte Maggiore, durante la ritirata. Secondo la leggenda e la tradizione popolare, la denominazione di questa opera sarebbe da mettere in correlazione con Cecco d’Ascoli, poeta ed astrologo, cui si attribuisce la costruzione del ponte avvenuta in una sola notte con l’aiuto del diavolo. Alcuni studiosi sostengono, invece, che l’appellativo di Cecco abbia corrispondenza con il nome di Cecco Aprutino, maestro medioevale, che lo avrebbe ristrutturato, nel 1349, su commissione di Galeotto I Malatesta.